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5 Giugno 2016

Goodbye 20th Century

Tempo di lettura: 4 minuti


L’altro giorno, quando ho saputo del suo ricovero, un po’ me lo sentivo che forse, questa volta, il tostissimo Muhammad Ali ci avrebbe lasciati.
Non ho mai capito una cippa di boxe.
Per me quella roba è Tyson che mangia le orecchie, Foreman vecchio e grasso che torna sul ring, la vocina di Nino Benvenuti, Rino Tommasi su Tele+ e Rocky Balboa che si imbratta la felpa di uovo crudo.
Insomma, non è esattamente la mia tazza di tè.
Se cerco di capire qualcosa in più sul “phantom punch” di Muhammad leggo “colpo alla tempia” e mi viene un brivido che mi fa stare male.
Ma Muhammad Ali ha trasceso tutto questo e, da quando ho avuto l’età per capire le cose, ho capito subito che l’ex Cassius Clay giocava in un campionato tutto suo.
Un campionato che, per come la vedo io, è lo stesso in cui giocavano rivoluzionari – più o meno politicizzati – come Elvis, Lester Bangs, Nikola Tesla, Gene Roddenberry, e soprattutto, Tommie Smith e John Carlos con il loro pugno per aria sul podio olimpico insieme a Peter Norman.
Ci tengo davvero a includere il ‘bianco’ Peter Norman.
Non solo perché fu lui a suggerire ai due americani di dividersi l’unico paio di guanti neri.
Ci tengo perché in un giorno come questo è giusto ricordare che il bianchiccio Norman pagò per tutta la vita il suo appoggio alla causa di quei due ragazzi neri giustamente incazzati.
Il signor Ali sarebbe sicuramente dalla mia perché le cose che ha subito Peter Norman sono le stesse cose che ha subito il signor Ali.
Roba che purtroppo succede ancora ed è lì a dimostrarci quanto la razza umana sia idiota a 360°.

Brano: Freedom di Richie Havens
Brano: Freedom di Richie Havens

Come dicevo prima, sono uno che si impressiona un po’ a vedere i pugni che volano.
Mi giro quasi dall’altra parte.
Ma tutte le volte che ho visto qualche filmato degli incontri di Ali NON MI SONO MAI GIRATO.
Resto lì, ipnotizzato quasi come con il filmato degli Stooges al Cincinnati Pop Festival.
Quella roba ha davvero trasceso la boxe come Iggy ha trasceso la danza e il punk rock e come Bruce Lee ha trasceso i film di Kung Fu.
Sarà anche un punto di vista semplicistico, ma secondo me è solo arte a cui non so dare un nome.

E oltre a questa bellissima arte ci sono stati dei momenti in cui bisognava sporcarsi le mani per davvero.
Muhammad Ali le mani se le è sporcate di brutto e gli dobbiamo tutti un gigantesco grazie.
Quindi addio a questo vecchio ballerino, proto-rapper e sì, anche pugile.
Chiuderei con delle parole che ancora adesso suonano e rombano come un’avanguardia.

“La mia coscienza non mi permette di andare a sparare a mio fratello o a qualche altra persona con la pelle più scura, o a gente povera e affamata nel fango per la grande e potente America. E sparargli per cosa? Non mi hanno mai chiamato ‘negro’, non mi hanno mai linciato, non mi hanno mai attaccato con i cani, non mi hanno mai privato della mia nazionalità, stuprato o ucciso mia madre e mio padre. Sparargli per cosa? Come posso sparare a quelle povere persone? Allora portatemi in galera”.

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
Un ulteriore punto di forza, forse meno evidente ma non meno importante, è la capacità di far convergere e partecipare ad un progetto le eterogenee singolarità che compongono il tessuto cittadino di Ferrara: lavoratori e precari, studenti universitari e medi, migranti, potranno trovare nella radio uno spazio vivo dove portare le proprie istanze e farsi contaminare da quelle degli altri. Non un contenitore da riempire, ma uno spazio sociale che prende vita a partire dalle energie che si autorganizzano.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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