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Disegni stilizzati e puliti, architetture riconoscibili, un’impaginazione dove il vuoto dello spazio bianco rende arioso il pieno di una folla di personaggi indaffarati, che a guardarli nel dettaglio rivelano mestieri, tic, abitudini e in molti casi anche precise identità di persone realmente esistenti o esistite, spaziando dall’umarèl al geometra locale per arrivare fino ad Ariosto e al compianto architetto Carlo Bassi.

Mostra di Claudio Gualandi a Ferrara, 7-22 aprile 2018 (foto Luca Pasqualini)

Nelle opere artistiche e grafiche di Claudio Gualandi – un’attività decennale alle spalle per dare bellezza, eleganza e significato ad allestimenti, accessori di moda, prodotti commerciali, ma anche edifici cittadini che sotto i suoi teloni disegnati sono diventati temporanee sculture giganti – vale il principio contrario a quello del romanzo, dove di solito si garantisce che “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale”. Gualandi i fatti li osserva, le persone le conosce e le cose le studia per poi trasporle con il tratto delle sue matite fini e appuntite di ironia e giocosità, come il guizzo ridente del suo sguardo.

Mostra di Claudio Gualandi negli spazi in centro della galleria del liceo artistico di Ferrara (foto Luca Pasqualini)

Ora nelle sale in pieno centro storico ferrarese della galleria del liceo artistico Dosso Dossi (via Bersaglieri del Po 25, Ferrara) con il titolo ‘Claudio Gualandi, la mia Ferrara’ è in mostra un ampio campionario delle sue opere, illustrazioni e prodotti di comunicazione.

Pannello descrittivo di oggetti di Claudio Gualandi in mostra (foto Luca Pasqualini)

Nella presentazione di sabato scorso (7 aprile 2018) il critico d’arte Lucio Scardino ha sottolineato come “in questa sua mostra Gualandi non presenta solo i ‘quadri in libertà’ ambientati a Ferrara o vari luoghi d’Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, ma anche le illustrazioni su commissione. Ci sono i teli parlanti per il restauro di edifici novecenteschi come è successo per la palazzina dell’ex Mof in corso Isonzo a Ferrara, pannelli e bozzetti che raccontano storie di aziende di alto artigianato, celebrazione di anniversari, promozione di attività di grande distribuzione e commercio”.

Lucio Scardino presenta la mostra di Claudio Gualandi, Ferrara 7 aprile 2018 (foto Luca Pasqualini)

Un omaggio tutto particolare è riservato poi ai ragazzi che stanno studiando in quella scuola come, all’epoca, aveva scelto di fare lui trasgredendo le aspettative del padre che sperava di averlo come successore alle redini dell’azienda di famiglia. Dedicato a quelli che come lui l’arte la praticano, è la scelta di esporre insieme ad opere finite – come la borsa a secchiello di Felisi degna di una influencer a passeggio per le giornate della moda milanese – anche bozzetti ancora allo stadio progettuale.

La borsa a secchiello con il popolo di cittadini in un raffinato bianco e nero di Claudio Gualandi (foto Luca Pasqualini)

Così avviene per il bellissimo, colorato e lungo pannello orizzontale, che crea come un grandangolo dilatato sulla città di Ferrara partendo dal ponte di ferro sul Po di Pontelagoscuro per percorrere le mura ed arrivare al parco urbano Bassani, alla distesa verde di piazza Ariostea e poi a Palazzo dei Diamanti, al Castello estense, al Duomo qui libero nella sua bellezza marmorea con in cielo tutto un popolo di volatili, aquiloni e mongolfiere e, in terra, di ciclisti, sbandieratori e turisti. Il collage di disegni, fotografie e fotocopie di cartoline ritagliate sono il regalo di chi fa il mestiere di comporre le immagini a quelli che a questo stanno dedicando i loro studi e le loro realizzazioni. “Perché non tutto si realizza al computer – racconta Linda Mazzoni, sua compagna di vita e di lavoro – ma nella maggior parte dei casi l’idea prende forma ancora in modo manuale”. (gio.m)

Il pannello di Claudio Gualandi che racconta Ferrara attraverso palazzi e personaggi (foto Luca Pasqualini)

Nel fotoreportage di Luca Pasqualini una carrellata delle opere in mostra.

‘Claudio Gualandi, la mia Ferrara’, galleria del liceo artistico Dosso Dossi, via Bersaglieri del Po 25, Ferrara. Visitabile tutti i giorni ore 10.30-12.30 e 16-19 con ingresso libero.

Sul lavoro di Claudio Gualandi leggi anche
Il mondo in un disegno: la grafica di Gualandi

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Giorgia Mazzotti

Da sempre attenta al rapporto tra parola e immagine, è giornalista professionista. Laurea in Lettere e filosofia e Accademia di belle arti, è autrice di “Breviario della coppia” (Corraini, Mantova 1996), “Tazio Nuvolari. Luoghi e dimore” (Ogni Uomo è Tutti Gli Uomini, Bologna 2012) e del contributo su “La comunicazione, la stampa e l’editoria” in “Arte contemporanea a Ferrara” sull’attività espositiva di Palazzo dei Diamanti 1963-1993 (collana Studi Umanistici Università di Ferrara, Mimesis, Milano 2017). Ha curato la mostra “Gian Pietro Testa, il giornalista che amava dipingere”

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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