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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Ringraziando per la preziosa collaborazione Paolo Temporin, Presidente della società Ferrara Triathlon Club, trasmetto il comunicato stampa relativo alla competizione di triathlon, che si è svolta al Lido delle Nazioni.

La partecipazione di oltre 800 atleti ed un pubblico numeroso hanno decretato il grande successo di IRONDELTA, manifestazione sportiva di triathlon che si è tenuta il 20 ed il 21 settembre al Lido delle Nazioni .
Il primo giorno di gara ha messo a dura prova l’organizzazione, in quanto la pioggia l’ha fatta da padrona per tutta la notte precedente, ma per fortuna nella tarda mattinata di sabato si è potuto ultimare l’allestimento tecnico in tempo, per la gara in Piazza Italia e Lungomare Italia .

Alle ore 14 ha preso il via la gara su distanza sprint di 750mt di nuoto ,20 km di bici e 5km di corsa. La prima batteria donne con 55 atlete e con la presenza di Battistoni Elisa della 707 di Brescia , già maglia azzurra, si è subito cimentata nella prova a nuoto, con la complicità del mare calmo. La Battistoni ha fatto valere la sua grande qualità di atleta ad alto livello proprio nella frazione di nuoto , uscendo per prima , così come nella frazione di bici e regolando le avversarie anche nella corsa , mantenendo sempre ¾ minuti di vantaggio e chiudendo in solitaria con un tempo di 1h06’31’’. Prima tra le ferraresi Maddalena Penzo con un eccellente 10°posto e 1°di categoria con un tempo di 1h15’30’’.

In campo maschile con oltre 350 atleti la gara è stata molto più combattuta, già nella prima frazione di nuoto con l’uscita dall’acqua di Simone Pardini della 2BK Endurance di Lucca e a seguire con un distacco di un minuto circa un terzetto tra cui l’italo-argentino Bonari Gabriel della LosTigres di Verbania . Nella bici ha cominciato a spiccare un quartetto che tale è rimasto anche nell’ultima frazione di corsa. Solo nel finale con uno sprint prolungato Pardini Simone precedeva l’atleta italoagentino di una decina di secondi, con un tempo finale di 0h59’51’’. Primo dei ferraresi Di Fresco Daniele del CUS Ferrara al 26°posto con un tempo di 1h03’20’’.

Domenica 21 con un tempo decisamente estivo che ha accolto gli atleti e il pubblico e condizioni ottimali del mare è andata in scena la gara storica della distanza olimpica, giunta alla 30esima edizione, staccando un record a pari merito con Bardolino sul Lago di Garda, quale prima località ad organizzare gare di triathlon in Italia. 1500mt di nuoto,40kmdi bici,10km di corsa è il tracciato che questa volta ha visto partire per primi gli uomini e subito dalla prima frazione si formava un terzetto di atleti del CUS Trento tutti Under 23 della nazionale che procedendo sempre insieme sino ad un paio di chilometri dall’arrivo, quando Pozzati Gianluca allungava e i tre si sgranavano e rimaneva davanti giungendo solitario in 1h51’04’’ davanti a Pederzolli Andrea 1h 53’54’’ e Parmigiani Michelangelo 1h 54’39’’. Primo dei ferraresi Caleffi Roberto del CUS Ferrara 44esimo in 2h05’38’’.

In campo femminile ancora la bravissima Battistoni Elisa, che segna una doppietta vincendo anche l’olimpico in 2h05’14’’,ma questa volta con un’avversaria Zane Ilaria 2° in 2h05’37’’sempre del CUS Trento che le ha dato filo da torcere fino alla fine .
La società Ferrara Triathlon Club con i suoi atleti e l’Amministrazione Comunale ringraziano tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo evento, che dopo 30 anni è entrato nella storia del triathlon italiano, assegnando un primato al Lido delle Nazioni. Un grazie speciale per la collaborazione sinergica della Polizia Municipale ,Carabinieri, Protezione Civile del Delta, della Croce Rossa di Codigoro e Comacchio. Una nota di merito e di apprezzamento è giunta dagli dagli atleti e accompagnatori per il clima di festa , sereno, allegro che ha caratterizzato lo svolgimento della manifestazione. Infine un ringraziamento particolare è rivolto allo chef Mauro Spadoni per il punto ristoro “Sapori da mare” riservato agli sportivi e ai loro accompagnatori con tutte le eccellenze tipiche del territorio.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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