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Da: Organizzatori

Venerdì 13 settembre ore 20:00, presso la storica sala dell’Oratorio San Crispino Libreria Libraccio di Ferrara

Gruppo di lettura “Due pagine prima di dormire”

Silvia Volpi
Presenta
“Alzati e corri, direttora”

Mondadori

Libri in lettura condivisa
«Lei mi parla ancora» di G.Sgarbi- Skira
«Le ricette della Signora Tokue» di D.Sukegawa – Einaudi

Con grande ironia e felice leggerezza, Silvia Volpi ha scritto un giallo delizioso, spumeggiante, tutto al femminile, da leggere con il sorriso sulle labbra.

«Morotti, questo omicidio sa di femmina. Lo senti il profumo?» Boia de’, se lo sento… pensa Tommaso senza muovere le pupille da quelle di lei.
La direttora ritrae tutto il corpo e si mette in posizione eretta e composta sulla scrivania.
«Ora smetti di scantucciarmi lo scrimolo e vai a lavorare».

Elsa Guidi, quarantasette anni, un marito affettuoso ma distratto, due figli adolescen­ti che la fanno disperare quanto basta, tutte le mattine si alza e corre: il modo migliore per iniziare la giornata è infilarsi le scarpe da running quando ancora tutti dormono e avviarsi nel quartiere lungo le vie silenziose di Pisa. In realtà, questo momento tutto per sé è una scusa per annusare l’aria in città prima di tutti. Da un paio d’anni Elsa è a capo della “Piazza”, il quotidiano con sede sul Lungarno di fronte alla chiesa di Santa Maria della Spina. La “direttora” comanda a bacchetta tutti e non le manda a dire a nessuno, a partire dalla riunione delle dieci, in cui affida i vari pezzi della giornata. Il suo bersaglio preferito è Tommaso Morotti, “il Moro”, cronista di nera con gli occhi dolci e le spalle larghe. Trentatré anni, livornese, è arrivato da qualche mese al giornale ma ha già creato non poco scompiglio. Innanzitutto nella vita di Paola, segretaria della Guidi, vittima dei suoi occhi neri e dei suoi modi gentili ma impertinenti. Quando, in una bella mattina di primavera, un giovane elettricista precipita dal terrazzo di un condominio in centro, la direttora non ci pensa due volte a scatenare il suo segugio migliore e a chiedergli di raccontare la storia della persona dietro quel corpo sul selciato: un bravo giornalista deve arrivare al cuore del lettore. Le cose si complicano però quando al giornale vengono recapitate un paio di buste anonime apparentemente legate al suicidio dell’uomo. Intervistando alcuni negozianti della zona, il Moro si accorge che qualcosa non torna. Direttora e nerista, in corsa contro il tempo per battere la concorrenza sulla notizia, si buttano a capofitto nell’indagine, non senza punzecchiarsi in continuazione. Chi arriverà per primo alla verità?

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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