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Guanxi è un termine cinese che sta ad indicare l’insieme delle relazioni sociali utili ad un individuo nella propria vita. Il termine indica un sistema di relazioni profonde, una trama di rapporti sociali ed economici, che si forma sin dalla scuola: i genitori, infatti, scelgono una scuola dove il figlio potrà inserirsi in un gruppo su cui trovare punti d’appoggio in età adulta. A questo network un individuo può fare riferimento per velocizzare pratiche burocratiche, ottenere informazioni importanti o conseguire altri favori. Non necessariamente le guanxi devono essere dirette, ma possono essere mediate da quelle di altri.
Il concetto, rilevante per il funzionamento delle relazioni sociali in Cina, può essere accostato a quello di capitale sociale, consolidato da tempo nella letteratura sociologica ed economica, ma ne accentua la dimensione fiduciaria.
In Cina l’enfasi sulle guanxi scaturisce dall’assenza di uno spazio pubblico e dall’assenza di istituzioni che garantiscono un funzionamento trasparente della società. Così le persone, non potendo contare su regole, cercano di sopperire attraverso rapporti personali stretti.
Nei contesti in cui il sistema delle istituzioni pubbliche non è abbastanza solido e trasparente, il singolo deve contare su relazioni dirette, basate sull’attesa di reciprocità. Questo stesso criterio impronta anche i rapporti di mercato: chi ha fatto esperienza del mercato cinese, ha sperimentato che le relazioni personali e di fiducia sono fondamentali per operare in quel contesto. Non a caso, una recente ricerca, condotta da un gruppo di studiosi dell’Università di Hong Kong, propone il termine guanxi, come emblematico della capacità di costruire, attraverso le piattaforme social, legami con i clienti. Il caso citato riguarda TaoBao, la più grande piattaforma di e-commerce cinese. TaoBao è l’unica piattaforma di business online ad aver raggiunto un tasso di fedeltà tra i propri clienti del 71%, tipica soltanto della vendita face-to-face. E ciò sembra avvenuto grazie alla compenetrazione tra il sistema delle guanxi con le moderne tecnologie sociali. Non è un caso che Ebay – in Cina con il nome di EachNet – sottovalutando l’aspetto social delle transazioni commerciali, abbia ottenuto soltanto lo 0,1% del mercato on line rispetto al 96% di TaoBao. Vi è da scommettere che il concetto sintetizzato dal termine guanxi diventerà una nuova linea guida per il marketing.
Due riflessioni, più spostate sul versante dei fenomeni sociali. La prima riguarda la capacità delle tecnologie sociali di costruire on line durevoli rapporti di fiducia. Diverse ricerche sembrano sottolineare la capacità dei social network di sedimentare capitale sociale e di dare vita a relazioni prossime a quelle scaturite dai contatti quotidiani in presenza. Un linguaggio intimo, l’uso delle immagini e di contenuti emozionali, tendono a produrre empatia ed identificazione. I social network sono in grado di trasformare i rapporti on-line tra persone che non si conoscono, in relazioni personali tra amici, sia pure virtuali, e aumentano la percezione di agire per interessi comuni.
La seconda riflessione riguarda il tema della supplenza di legami personali – da qualunque fonte essi siano alimentati – per fare fronte all’assenza di solidi riferimenti nel funzionamento della vita pubblica. Un contesto istituzionale inaffidabile e corrotto spinge a cercare sostegno nelle reti personali, ma contribuisce a generare un meccanismo perverso di sfiducia nell’azione pubblica e di mancanza di trasparenza che non giova alla vita civile e, certo, neanche al mercato.

Maura Franchi (Sociologa, Università di Parma) è laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing e Web Storytelling, Marketing del prodotto tipico. I principali temi di ricerca riguardano: i mutamenti socio-culturali connessi alla rete e ai social network, le scelte e i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.
maura.franchi@unipr.it

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Maura Franchi

È laureata in Sociologia e in Scienze dell’Educazione. Vive tra Ferrara e Parma, dove insegna Sociologia dei Consumi, Social Media Marketing e Web Storytelling, Marketing del Prodotto Tipico. Tra i temi di ricerca: le dinamiche della scelta, i mutamenti socio-culturali correlati alle reti sociali, i comportamenti di consumo, le forme di comunicazione del brand.

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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