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Guido è stato il primo dei miei fidanzati. Siamo stati fidanzati un anno e poi ci siamo lasciati perché eravamo troppo giovani e troppo diversi. Da allora gli eventi della vita si sono susseguiti, indifferenti ai nostri sentimenti mutati ma rilevanti per altri aspetti dell’esistenza, facendo sì che il legame che ci accomunava abbia continuato a mantenersi buono e un po’ alla volta si sia trasformato in un’importante amicizia.
Guido abita a Pontalba vicino al fiume e a Villa Cenaroli, la bellissima villa che costeggia il Lungone. Proprio grazie a quell’antica costruzione, il nostro paese è conosciuto anche fuori dai confini Lombardi. La sua casa, come tutte quelle antistanti Villa Cenaroli,  è della contessa Malù che gliel’ha affittata a un prezzo vantaggioso perché le sta simpatico Guido e ama Reblanco, il suo cane. L’abitazione si trova di fronte all’ingresso principale della Villa ed è una vecchia casa con i mattoni a vista, ristrutturata di recente. Ha un ingresso ampio, una cucina-soggiorno, un bagno e un ripostiglio al primo piano, una camera da letto, lo studio e un secondo bagno al secondo piano. Inoltre ha una soffitta mansardata, un cortile, un piccolo orto e un garage. Per una persona sola è una reggia, impegnativa da pulire, molto accogliente e adatta per gli ospiti che Guido invita spesso a casa. Guido è un professore di Storia, insegna in università a Trescia.

Reblanco (Re) è il cane di Guido. Un Akita Inu interamente bianco dal pedigree importante. I suoi genitori sono stati dei campioni di bellezza ed eleganza e, guardando Reblanco, si capisce quanto la genetica influisca sull’aspetto fisico e sul carattere dei discendenti.
Guido e Reblanco sono una coppia fissa. Abitano nella stessa casa. Reblanco ha anche una piccola casa di legno nel cortile, ma non ci sta quasi mai. E’ l’ombra di Guido. Di giorno sta nello studio su una stuoia posizionata vicino alla scrivania dove Guido lavora e, di notte, dorme nella stanza del suo padrone in una specie di ‘cuccia’ di lattice, fatta apposta per le dimensioni e le esigenze degli akita, che gli garantisce uno standard di confort molto alto.
Quando vanno a spasso per Pontalba li guardano tutti. Camminano sicuri, sempre ben tenuti, maestosi nel loro incedere. Guido tiene Reblanco al guinzaglio perché così si deve fare. Ma credo che sia per lui una sofferenza, preferirebbe vedere il suo cane correre libero anche per strada. Appena la strada provinciale finisce e si arriva a quella sterrata che porta agli argini del fiume, Gudo libera Reblanco che comincia a correre felice fermandosi ogni tanto ad annusare la terra o a osservare il fiume, come se fosse indeciso se buttarsi in acqua oppure no.

La presenza di un docente di Storia in un paese piccolo come Pontalba è un evento raro. La gente si ferma spesso a parlare con Guido e lui racconta loro delle stranezze che sta scrivendo e elargisce bizzarri consigli sulla vita politica del paese, sulla salute della gente, sulla salvaguardia dell’ambiente e sul modo in cui una società debba essere sana, generante, rigenerante. Ha una madre e un fratello sposato che abitano a Trieste, quattro nipotini: due maschi e due femmine.  Suo fratello si è sposato due volte e, sia dalla prima moglie che dalla seconda, ha avuto una coppia di gemelli: due bambini nel primo caso (Claudio e Cesare), due bambine nel secondo caso (Bianca e Viola). Le femmine sono le figlie di Emma, la sua attuale moglie, mentre i maschi sono i figli di Aurora, la prima. Siccome Aurora fa la reporter e non c’è quasi mai, anche Claudio e Cesare stanno quasi sempre con la seconda famiglia del padre. Una famiglia allargata che, per fortuna, sembra funzionare. Bianca e Viola hanno sei anni. Claudio e Cesare dieci. Vengono spesso tutti e quattro a Pontalba e dormono in letti a castello che si trovano nella mansarda dello zio Guido. Si divertono molto e credo preferiscano Pontalba ad una vacanza in Sardegna. Sono ancora piccoli. Il “piccolo” ama il “piccolo” perché lo riconosce come simile a lui, della stessa misura.

Questi quattro bambini sono uno dei motivi che rendono il mio legame con Guido perenne. Due coppie di gemelli sono una delle cose più curiose e interessanti che io abbia mai visto. Si comportano in maniera simbiotica due a due. Sembra inoltre che i due maschi che sono più grandi,  abbiano sviluppato un’importante senso di protezione nei confronti delle bambine, le difendono a spada tratta da tutto ciò che considerano un’insidia alla loro incolumità. Ciò che un bambino di dieci anni considera un’insidia è terreno di scoperta. E’ un modo unico per studiare l’infanzia da vicino. Non solo, i due maschi hanno una particolare forma di protezione per una sola delle due gemelle. Ognuno di loro se n’è scelta una. Claudio protegge Bianca e Cesare è il parafulmine di Viola. Le coppie si ricompongono sempre allo stesso modo, non sbagliano mai, così si sono organizzati e così stanno crescendo tutti e quattro. Ognuno di loro con un doppio legame insostituibile. Uno col gemello, l’altro con uno dei due componenti l’altra coppia gemellare. Una cosa del genere non può non stupire, ci si potrebbe fare una tesi di laurea.

Anche a Guido, che è alquanto intelligente e curioso, i suoi quattro nipoti piacciono e incuriosiscono non poco. Li ospita sempre volentieri nella sua casa e li porta lungo gli argini del Lungone appena può. A Pontalba si vede spesso uno spettacolo che esercita un grande fascino su tutti. Guido, Reblanco trainato al guinzaglio da Claudio e Bianca o in alternativa da Cesare e Viola, e gli altri due gemelli che inseguono i primi quattro liberi e divertiti. Questa è la famiglia di Guido. Come sempre lui batte tutti, è sopra le righe, vive così, sa vivere solo così.

Un giorno li ho incontrati mentre anch’io passeggiavo lungo l’argine del Lungono. Mi ero fermata sulla stradina dei castagni per fotografare un albero che aveva alcune foglie illuminate dal sole. Guardando dal basso verso l’alto si vedevano piccoli bagliori di luce che filtravano fra i rami e le grandi foglie del castagno. Piccole fiammelle che accecavano e morivano subito dopo. Ho orientato la macchina fotografica verso l’alto e, stavo cercando di metter a fuoco, quando ho visto l’allegra brigata di Guido in avvicinamento. Reblanco era libero e correva sulla stradina, i quattro bambini erano allineati tenendosi per mano ed erano sfalsati come sempre: un maschio e una femmina e poi ancora un maschio e una femmina. Camminavano in mezzo alla strada. Devono aver imparato da Guido, anche lui cammina sempre in mezzo alla strada. Il vialetto dei castagni è sterrato, macchine non ne passano, al massimo bisogna spostarsi perché passa qualche mezzo agricolo che procede lentamente e si vede da lontano. Dietro alla quadriglia si vedeva Guido che camminava per ultimo in modo da godere di una panoramica privilegiata dei suoi quattro nipoti. Siccome mi conoscono bene, mi hanno riconosciuto da lontano e i  bambini e il cane si sono  messi a correre per venirmi in contro, mentre Guido ha continuato a camminare con il suo solito passo. I piccoli sono arrivati vicino a me tutti affannati. Claudio e Bianca hanno messo il guinzaglio a Reblanco per evitare che si buttasse in acqua, visto che ansimava ed era agitato.
“Cosa stai facendo?” mi ha chiesto Viola.
“Sta facendo una fotografia” gli ha risposto Cesare.
“Perché stai facendo una fotografia al castagno?” mi ha chiesto Bianca.
“Perché le piace” ha risposto Claudio.
“Perché ti piace?” mi ha chiesto Viola.
“Perché è romantico” gli ha risposto Cesare.

Mi sono sentita inutile. E’ stata una conversazione che ho sentito, ma dalla quale sono stata esclusa. Questo è l’incredibile mondo dei gemelli. Sono autonomi, protettivi, curiosi, a volte un po’ assenti. Quasi sempre felici perché bastano a loro stessi e non si sentono mai soli. L’incrocio tra diverse età e la differenza di sesso completa l’opera. Questi quattro bambini sono un mondo, una visione della vita. Un mondo di affrontare le responsabilità, un modo di essere curiosi, una rarità.  Sono affascinanti.

Nel frattempo è arrivato Guido.
“I gemelli sono spettacolari” gli ho detto.
“Certo” ha risposto lui.
“Forse ho fatto un’affermazione banale” ho detto.
“Si” mi ha risposto.

Ci siamo fermati a guardarli mentre sono corsi via tutti e quattro seguendo Reblanco. Sono belli, vivi, giovani e appartengono a un mondo un po’ diverso dal nostro. Forse migliore, sicuramente differente.
“Domani se ne vanno tutti e quattro” mi ha detto Guido.
“Passi da me? Ti faccio vedere il mio ultimo lavoro.”
“Ok” gli ho risposto e poi ho guardato di nuovo i quattro gemelli.
“Loro faranno la storia” ho detto.
“Già loro” mi ha risposto Guido e poi ha sorriso guardando Reblanco che stava abbaiando felice.

 

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Costanza Del Re

E’ una scrittrice lombarda che racconta della vita della sua famiglia e della gente del suo paese, facendo viaggi avanti e indietro nel tempo. Con la Costanza piccola e lei stessa novantenne, si vive la storia di un’epoca con le sue infinite contraddizioni, i suoi drammi ma anche con le sue gioie e straordinarie scoperte.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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