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da: Consorzio “Wunderkammer”

Venerdì 29 aprile a Wunderkammer l’evento dedicato alla musica e alla cultura spagnola.

Una giornata dedicata alla musica e alla cultura flamenca: l’evento si terrà venerdì 29 aprile a Ferrara, in via Darsena 57, negli spazi di Wunderkammer.

Organizzata dall’associazione Encanto, responsabile del centro interculturale italo-spagnolo, e dall’associazione Musicisti di Ferrara, questa iniziativa speciale comprenderà tre momenti: alle 17 il workshop di chitarra curato da Marco Perona e Francesco De Vita, alle 20 aperitivo con tapas spagnole, alle 21 lo spettacolo di danza.

Il workshop si terrà al primo piano, nell’aula magna della Scuola di Musica Moderna.
Offrirà ai partecipanti una panoramica sulle varie tecniche adottate per suonare la chitarra, con particolare attenzione a quella del flamenco. Si concentrerà poi su alcuni passaggi fondamentali. Per quanto riguarda la composizione verranno approfonditi: preparazione del tema, colori e dinamiche, metodi di mascheramento e modulazione, alterazione di frasi musicali e spostamento in altri contesti modali, costruzione degli accordi, spostamento delle voci interne degli accordi. Per l’arrangiamento: armonizzazione (le più diffuse ed efficaci, delle triadi, quartali, con cromatismi), sovrapposizioni, sostituzioni e rivolti di accordi, armonizzazioni di accordi con spostamento delle voci interne, canone, unisono, dialogo e scambio tra prima e seconda chitarra.

Gli esempi utilizzati per le spiegazioni saranno ricavati direttamente dai brani che si ascolteranno in concerto, in modo che gli allievi potranno immediatamente verificarne l’applicazione pratica.

Dopo il gustoso aperitivo con vista sul fiume, che si terrà al piano terra del palazzo, comincerà lo spettacolo: protagonisti della serata saranno il Trio Misticanza e la ballerina Elena Busatto, “la Nena”. I brani dal vivo avranno basi flamenche, ma saranno interpretati e arrangiati con grande libertà. Intrecceranno sonorità andaluse ma anche della tradizione mediterranea e italiana.

Per informazioni scrivere ad associazione.encanto@gmail.com

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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