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Da ufficio stampa

Prende il via da Ferrara l’undicesima edizione di “Un Pozzo di Scienza”, il programma didattico ideato, promosso e sostenuto dal Gruppo Hera, che fino ad aprile farà tappa nelle scuole secondarie di 2° grado di ogni indirizzo delle principali città del territorio gestito da Hera, con una previsione, alle fine della rassegna, di circa 20.000 studenti

La filiera del riciclo è sempre un vantaggio? Perché funzionano i computer? Cosa c’è dietro le lampadine? Queste sono soltanto alcune delle tante domande alle quali Hera risponderà in occasione dell’undicesima edizione di “Un pozzo di Scienza”, che ha per tema: “Let’s Go! I percorsi della Scienza”: veri e propri itinerari proposti agli studenti per illustrare la filiera di oggetti, materiali, ricerche e idee che quotidianamente incontriamo nella nostra vita, portandoli ad esplorare i luoghi che producono e processano ciò che costituisce il nostro quotidiano.

Una settimana di attività didattiche a Ferrara: 44 laboratori, 15 incontri e 7 proiezioni
Si inizia oggi, lunedì 20 febbraio, nei licei “Roiti” e “Carducci”, “Opera Don Calabria”, “IIS Aleotti” e “IIS Copernico Carpeggiani”, e per tutta la settimana, fino a sabato 25 febbraio incluso, si susseguiranno una media di 11 attività al giorno tra laboratori, incontri e proiezioni.
Oltre 2.600 alunni distribuiti su 110 classi di 9 Istituti scolastici diversi saranno coinvolti nelle attività didattiche.
In termini di iscrizioni, ha suscitato forte interesse sia l’incontro “Il processo della bioremediation”, uno dei processi di bonifica più sostenibile in cui i microrganismi riescono a biodegradare gli inquinanti, che il laboratorio “Vecchi atomi per nuove tecnologie”, di cui sono in programma ben 24 repliche, ideato per ripercorrere la storia e la scienza che hanno permesso di capire come sono fatti e come funzionano i materiali che utilizziamo quotidianamente.

Un programma fittissimo alla scoperta dei “percorsi della Scienza”
Come ogni anno un programma ricco di iniziative: oltre 30 incontri in cui gli studenti avranno la possibilità di scoprire tutti i passaggi delle “filiere” e assistere a numerose case histories proposte di volta in volta da esperti, docenti universitari, giovani ricercatori e giornalisti; laboratori interattivi hands-on secondo la formula del “fare per capire” ideati per approfondire le nuove frontiere della medicina, la fisica dei nuovi materiali e le modalità della conoscenza con il web e i social media, infine, una selezione di cortometraggi, in collaborazione con CinemAmbiente.tv, per esplorare le questioni ambientali d’attualità più scottanti.

Per capire da dove nascono e come si sviluppano le idee più innovative, gli studenti avranno la possibilità di arrivare al “cuore della ricerca” visitando a porte chiuse i Dipartimenti Scientifici delle Università più all’avanguardia.
In particolare, il Polo Scientifico-tecnologico dell’Università di Ferrara aprirà le sue porte a ragazzi e docenti per mostrare, in esclusiva, la camera anecoica (una camera completamente isolata dal rumore) e il funzionamento dei droni.

Il Click Day e la maratona fotografica DISTURbo
Il “Click Day” sarà la giornata in cui tutte le scuole iscritte torneranno a sfidarsi nella gara di abilità sui contenuti dell’edizione. Pochi minuti per rispondere ad alcune domande e per la classe più abile è in palio una gita al Museo della Scienza interattivo “del Balì” in provincia di Pesaro Urbino.

L’edizione 2017 si concluderà in maggio al Parco della Montagnola di Bologna, con la Maratona Fotografica DISTURbo, il tradizionale urban game che coniuga passione per la fotografia, gioco di squadra e creatività.
Il Premio Hera andrà al team che meglio avrà interpretato gli obiettivi legati all’edizione 2017 di “Un Pozzo di Scienza”.

Anche quest’anno il progetto è ideato, promosso e sostenuto dal Gruppo Hera; ha ottenuto il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna e si realizza con la collaborazione di ComunicaMente e la consulenza scientifica di: Università di Bologna, docenti dell’Università di Ferrara, l’Associazione BiodiverCity, IS Immaginario Scientifico Science Center di Trieste e Tecnoscienza.

L’elenco completo delle attività si può consultare su www.gruppohera.it/scuole.

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HERA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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