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da: Ferrara Baseball

Clamoroso avvicendamento societario per il CSI Ferrara Baseball, che appena prima della partenza del campionato LAB (Lega amatoriale Baseball) 2015 ufficializza l’addio del tecnico dominicano Emmanuel Herrera. Tra i protagonisti della rinascita del baseball sotto le mura l’ex tecnico, giramondo del batti e corri dal passato glorioso, si è recentemente accasato in serie B nel roster di Minerbio; le molteplici divergenze sugli obiettivi maturate col direttivo di Ferrara negli ultimi mesi hanno reso inevitabile e consensuale la separazione. Herrera saluta all’attivo della stagione 2014, che ha visto Ferrara conseguire il terzo posto in campionato LAB e successiva eliminazione nel primo turno dei playoff.
Con l’imminente ripresa del campionato, il consiglio direttivo di Ferrara ha già individuato i nomi a cui affidare il progetto di crescita della Società: il nuovo responsabile tecnico sarà Michele Benetti, affiancato nel ruolo da Andrea Della Portella.
Il ferrarese Benetti, veterano della Masini Autoricambi e lanciatore titolare della prima squadra, in passato aveva già affiancato Herrera nella conduzione degli adulti. Apprezzato nell’ambiente per la sua correttezza e competenza, ricoprirà l’inedito ruolo di allenatore-giocatore, potendo garantire ancora parecchi inning di livello sul monte.
Appena insediato nel ruolo, ha dichiarato che l’obiettivo della squadra sarà quello di migliorare il piazzamento dello scorso anno, divertendosi il più possibile e dando a tutti l’opportunità di giocare, meglio se per vincere.
Il vice Andrea Della Portella, da Anzio, è cresciuto nel Nettuno, ed ha accarezzato una carriera da IBL prematuramente stroncata da sfortune fisiche.
Fine stratega e inappuntabile conoscitore del gioco, metterà la sua esperienza al servizio dei ducali all’occorrenza schierandosi come seconda base; inoltre, a lui il Consiglio affiderà la guida del settore giovanile, perno su cui investire per lo sviluppo del progetto, per il quale è pronta la disponibilità di tanti senior come il pitcher Abetini, gli esterni Marzaduri, Salmi e Ferrigato, gli interni Bettoni, Novi, Rotondo, Reitano, Carlotti e lo stesso Presidente Squarzanti.
Il CSI Ferrara Baseball sta procedendo in campionato con grande dignità, con quattro partite vinte ed una persa, il prossimo turno si terrà a Ferrara, al motovelodromo domenica 17, gli ospiti saranno Padova e Treviso.

(nella foto: il vice Della Portella)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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