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da: organizzatori

Lo spettacolo all’UCI Cinemas e Multisala Apollo di Ferrara giovedì 4 febbraio alle 19.45 in diretta dalla Royal Opera House di Londra, distribuito da QMI.
In scena la sfarzosa e toccante produzione del regista Richard Eyre diretta dal maestro Yves Abel e con un cast stellare, tra cui l’étoile del Bolshoi Venera Gimadieva, il giovane tenore Samir Pirgue e il baritono parmigiano Luca Salsi.

Dalla Royal Opera House di Londra, arriva nei cinema di tutta Italia La Traviata, l’indimenticabile opera di Giuseppe Verdi che sarà proiettata in diretta dal prestigioso teatro inglese giovedì 4 febbraio alle 19.45, distribuita da QMI.
L’evento a Ferrara sarà ospitato dall’Uci Cinemas e dalla Multisala Apollo.

L’appassionata storia d’amore tra Violetta e Alfredo andrà in scena nella sfarzosa e toccante versione del 1994 di Richard Eyre, con la direzione del maestro Yves Abel, ospite regolare di teatri quali il Metropolitan Opera House di New York, il Teatro alla Scala di Milano e l’Opéra National de Paris, e un cast stellare tra cui l’étoile del Bolshoi Venera Gimadieva, il giovane tenore Samir Pirgu, definito da Placido Domingo uno dei più promettenti della nuova generazione, e il baritono Luca Salsi nel ruolo di Giorgio Germont.

Tra le opere più conosciute e amate di tutti i tempi, La Traviata si apre nella Parigi del Diciannovesimo Secolo, dove Violetta, una splendida cortigiana affetta dalla tisi, conduce la sua vita da donna di mondo. Durante un ricevimento incontrerà Alfredo, il primo uomo per cui sente un amore sincero, ma il suo passato libertino renderà la relazione sempre più difficile, fino al necessario e drammatico epilogo. Le musiche di Verdi incorniciano sontuosamente la vicenda, con arie celeberrime tra cui la trionfante “Libiamo ne’ lieti calici”, che invita gioiosamente gli ospiti a brindare durante la festa di Violetta, e la malinconica “Parigi, o cara”, in cui i due amanti sognano la vita felice che non avranno mai.

Innumerevoli, nel tempo, le versioni portate in scena, tra cui quella di Richard Eyre si distingue per la sua impostazione tradizionale, i costumi grandiosi e le ricche scenografie. Noto non solo per la sua carriera di regista teatrale, ma anche per quella di autore cinematografico, Eyre ha firmato pellicole tra cui Iris e Diario di uno scandalo, entrambe candidate agli Oscar. E d’altra parte è sempre stato stretto il legame tra il cinema e La Traviata, basti pensare alla trasposizione di Franco Zeffirelli, con Placido Domingo nel ruolo di Alfredo, o al più recente Moulin Rouge di Baz Luhrmann, che si ispira apertamente alla vicenda di Violetta.

La ROH Live Cinema Season permette al pubblico di tutto il mondo di assistere nella sala cinematografica più vicina a casa ai prestigiosi spettacoli in scena al Covent Garden. In Italia, la distribuzione della stagione live al cinema è a cura di QMI. Le proiezioni nei cinema sono arricchite da interviste e filmati dietro le quinte dei protagonisti della Royal Opera House e l’interazione con gli spettatori continua grazie al live twitting sul grande schermo.

Costo biglietto: 15-10 euro

Clicca qui per vedere la locandina.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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