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Da Istituto Gramsci Ferrara

GIOVEDÌ 1 MARZO BIBLIOTECA ARIOSTEA FERRARA ORE 17-19

IL CORPO E LA MENTE: COME METTERLI IN RELAZIONE

Chiara Baratelli Psicoanalista

Introduce Cinzia Carantoni Wasp Project Management

Psiche e Soma dialogano continuamente. Soma registra gli eventi del corpo accaduti anche molti anni prima che si trasformano in sintomi psichici e corporei. Il corpo è sensibile a qualsiasi incontro spiacevole, anche alle parole e colpisce gli organi, e questi danno segno di aver ricevuto il colpo: una fitta al cuore, un amaro in bocca (che traduce l’amarezza) un colpo allo stomaco, una nausea reale per qualcosa che è nauseante. Le alterazioni dell’esperienza somatica possono andare da lievi e passeggere preoccupazioni ingiustificate riguardo alla nostra salute fino a convinzioni intense e persistenti per gravi minacce che si ipotizzano incombano sul fisico come nell’ipocondria. Il corpo può esso stesso essere vissuto come minaccioso (nell’anoressia mentale), oppure deformato (nel dismorfismo corporeo), oppure estraneo (nella depersonalizzazione somato-psichica). L’alterazione del rapporto tra mente e corpo può arrivare al “divorzio” tra i due. Questo ha spesso carattere difensivo, avendo lo scopo di circoscrivere alla sfera somatica uno sconvolgimento che, altrimenti, sarebbe vissuto come ancora più minaccioso.

L’incontro sarà seguito Martedi 14-3 e Martedì 21-3 da due Laboratori didattici “Il corpo e la mente: Gli Imbrogli del corpo” condotti da Chiara Baratelli Psicoanalista (2 incontri di 2 ore 17-19 presso Istituto Storia Contemporanea, Vicolo Santo Spirito 11, Ferrara)

Sono ammessi ai laboratori, oltre ai docenti iscritti, anche uditori interessati.

Per il ciclo “I colori della Conoscenza” a cura degli Istituti Gramsci e ISCO

LUNEDÌ 12 MARZO BIBLIOTECA ARIOSTEA FERRARA ORE 17-19 IL CORPO E LA MENTE: EDUCARE ALLO SPORT

Ne parlano Nicola Alessandrini Insegnante e Angela Magnanini Docente UniRoma 4

Il complesso rapporto tra mente e corpo percorre l’intero arco della filosofia occidentale, fino a raggiungere, nella modernità, le sembianze di una vera e propria spaccatura tra res cogitans e res extensa. Il divario tra la sfera psichica e quella fisica, fonte d’inesauribili dibattiti filosofici, sembra conciliarsi improvvisamente di fronte all’armonia di un gesto sportivo, dove mente e corpo cooperano all’unisono. Da qui l’importanza di un’educazione attraverso lo sport quale momento di un processo educativo che sappia concepire l’individuo come unità psico-somatica. In tal modo il corpo diventa progetto, grazie alla sua capacità di guardare avanti, di realizzare quanto ancora non c’è. Se è vero – scrive Foucault – che come corpo siamo irrimediabilmente qui, mai altrove, è anche vero che nel corpo nascono i nostri desideri, «è da lui che escono e risplendono tutti i luoghi possibili, reali o utopici». Per questo il nostro corpo è «luogo d’ogni utopia».

Per il ciclo “I colori della conoscenza” a cura di Istituto Gramsci e Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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