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Situazioni in bilico in cui scegliere se cogliere o abbandonare, carpire uno sguardo o tirare dritto, rivolgere una domanda o tacere. I lettori rispondono a Riccarda e Nickname.

Le verità indigeste…

Cara Riccarda, caro Nickname,
eravamo a cena io e lui, mi raccontava di un suo recente viaggio che credevo avesse fatto da solo e invece gli è scappato un verbo al plurale, smozzicato, quasi ritirato mentre lo diceva.
Ho fatto finta di niente, ho preferito passare per scema perché non sono stata capace, in quel momento, di approfondire o anche solo alzarmi e andare via, ma non sono stata neanche capace di dimenticare di averlo sentito.
Dopo qualche mese, sono stata pronta per difendermi dalle mezze verità e abbandonare quel tavolo.
M.

Cara M.,
a volte scegliamo di rimanere a un banchetto fino a provare nausea. Se fossimo capaci di abbandonare subito, al primo segno di disgusto, non conosceremmo quella sensazione di saturazione, che è poi quella decisiva. A noi donne, generalmente, piace proprio essere ultra convinte (e nauseate) prima di alzarci e andare via.
Puoi stare sicura che un uomo così non ti farà più gola.
Riccarda

Cara M.,
i lapsus degli uomini sono celebri. Non abbiamo memoria, siamo stronzi senza premeditazione.
Nickname

Galeotto fu il concerto!

Cara Riccarda, caro Nickname,
capita di incrociare lo sguardo con una sconosciuta, ma subito si fugge, specialmente se si è folla su un prato in attesa di un concerto, se lei ha lo sguardo più dolce del mondo, se tu sei con un amico e anche lei è in compagnia. Capita di incrociarlo di nuovo, quello sguardo, e magari, dopo un altro incrocio, di soffermarsi un istante di troppo, l’uno che guarda negli occhi dell’altro. Quell’istante che fa strappare a lei un lieve sorriso e a te lo stesso, e non hai proprio idea di che cosa sia quel sorriso, lanciato da una ragazza con lo sguardo più dolce del mondo, che come te aspetta l’inizio di un concerto sul prato. Capita che la musica inizi, tutti comincino a ballare e, per caso, per fatalità, o per volontà, lei si trovi a ballare proprio davanti a te, mentre il suo compagno è qualche metro più avanti. Si sa come vanno i concerti, tra uno spintone della folla e le braccia alzate al cielo per un assolo di chitarra, siete schiacciati l’uno contro l’altro. Capita che la testa inizia a girarti, vorresti dirle qualcosa, ma il volume è troppo alto, non sentirebbe mai, e poi c’è lui, non sai chi sia. Capita che le sfiori il collo con la mano e lei si lasci andare, appoggiandosi per un attimo a te. Mescolati alla calca, tu hai perso il tuo amico, nemmeno il suo lo vedi più. Capita che l’unica cosa che ti viene disperatamente in mente, è che in tasca hai un biglietto da visita, le prendi la mano e glielo passi. Il concerto finisce, gli sguardi si incrociano ma ora sono complici e quando si allontanano, tu col tuo amico e lei col suo, sono come vecchi amici che si salutano. Capita che un mese dopo, suoni il telefono dell’ufficio, tu rispondi e dall’altra parte “Ciao, sono la ragazza del concerto di Pino Daniele”.
Luigi

Caro Luigi,
“Abbracciami perché mentre parlavi
Ti guardavo le mani
Abbracciami perché sono sicuro
Che in un’altra vita mi amavi
Abbracciami anima sincera
Abbracciami questa sera
Per questo strano bisogno
Anch’io mi vergogno
Che male c’è
Che c’è di male”
Pino Daniele

Caro Luigi,
secondo me Riccarda potrebbe contattarti in privato per avvicendarmi con te. Hai della stoffa. Salutaci la ragazza del concerto.
Nickname

I Dialoghi della vagina vanno in vacanza, ci rivediamo venerdì 6 settembre con nuove storie e scambi A due piazze.

Potete scrivere a parliamone.rddv@gmail.com

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Riccarda Dalbuoni

È addetto stampa del Comune di Occhiobello, laureata in Lettere classiche e in scienze della comunicazione all’Università di Ferrara, mamma di Elena.

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


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