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da: ufficio stampa Teatro Nucleo

Martedì 26 maggio 2015 alle ore 21 presso il Teatro Julio Cortàzar di via Ricostruzione 40 – Pontelagoscuro (Ferrara), nell’ambito del programma de La Primavera del Teatro – L’Eredità Vivente, andrà in scena in prima assoluta in Italia lo spettacolo teatrale ‘I Dossier’ della compagnia polacca Teatr Osmego Dnia.
Teatr Osmego Dnia, ovvero Il Teatro dell’Ottavo giorno, fu fondato nel 1964 da un gruppo di studenti universitari della città di Poznan in Polonia, nel pieno del regime totalitario.
Il gruppo capì fin da subito che la libertà va sempre collegata all’impegno sociale e politico, ancora di più in un Paese controllato per gran parte della sua storia recente con la censura, la repressione e la sorveglianza costante. Con la proclamazione dello Stato di Assedio e le leggi marziali, le loro attività furono pesantemente compromesse e una parte del gruppo nel 1985 dovette emigrare.
Facendo tappa a Ferrara, Teatr Osmego Dnia fu accolto dal Teatro Nucleo. Subito dopo il 1989, con il ritorno della democrazia in Polonia, invitati dal Primo Ministro Tadeusz Mazowiecki, Teatr Osmego Dnia fece ritorno a Poznan.
Lo spettacolo ‘I Dossier’, che sarà presentato al Teatro Cortàzar in lingua italiana, è nato in seguito alla scoperta, da parte delle attrici e degli attori della compagnia, dei loro fascicoli personali redatti dalla polizia segreta polacca durante il regime totalitario comandato da Wojciech Witold Jaruzelski, responsabile dell’introduzione nel 1981 delle leggi marziali in Polonia: centinaia di pagine investigative per sorvegliare e controllare il pensiero e l’attività di un gruppo che ha fatto dell’arte uno strumento di azione sociale e politica.
La selezione dei testi è a cura di Ewa Wójciak e Katarzyna Madoń-Mitzner. Le scene e l’illuminazione sono di Jacek Chmaj; video-proiezioni a cura di Osmego Dnia in collaborazione con Natalia Karwaca. In scena: Ewa Wójciak, Adam Borowski, Tadeusz Janiszewski, Marcin Kęszycki.
Dal 25 al 27 maggio, sempre nell’ambito de L’Eredità Vivente, Teatr Osmego Dnia terrà il workshop ‘La Scrittura nello Spazio’, in cui i maestri polacchi trasmetteranno agli allievi partecipanti le basi del loro training fisico e creativo, ispirato a sua volta ai principi del Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski.

Per informazioni : www.teatronucleo.org

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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