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da: organizzatori

Come trasformare un fatto di cronaca realmente accaduto in uno splendido romanzo, che verrà presentato lunedì 4 maggio alle ore 17,30 alla Collezione del maestro Mario Piva, in via Cisterna del Follo, 39 a Ferrara.
Relatori: lo storico Andrea Rossi, che ne ha curato la prefazione, e il giornalista Sergio Gessi. Illustrazioni di Rosj Domini.

In quei giorni, il giornalista Michael Sfaradi, seguì tutte le fasi di questa vicenda, dalla scomparsa della nave al suo ritrovamento al largo delle isole di Capo Verde, nell’Oceano Atlantico, e scrisse su questa storia lunghi articoli anche sulla stampa italiana.

Fra luglio e agosto del 2009 il cargo Arctic Sea, battente bandiera maltese in direzione Algeria, scompare nel nulla. Perchè? Che cosa c’era veramente nelle stive? Un carico di assi di abete o qualcosa di diverso?
Basandosi su informazioni in suo possesso, l’autore, che come giornalista seguì il caso e continua ancora a seguirlo, capì subito che questa vicenda era legata alla guerra di spie che si stava combattendo in quei giorni. Difatti, nei mesi precedenti, vi erano stati troppi contatti, a tutti i livelli, fra il governo di Mosca e quello di Gerusalemme.
Il forte sospetto giornalistico è che il cargo trasportasse sistemi missilistici di fabbricazione russa destinati all’Iran. Sono molti, ancora oggi, pronti a giurare che dietro la sparizione della Arctic Sea ci sia stata la lunga mano del Mossad (servizi segreti israeliani), per fermare la minaccia che si nasconde dietro il nucleare iraniano.
Quando poi da Mosca, dopo la sparizione del cargo, qualcuno provò a sdoganare la storia dichiarando che il cargo fosse stato rapito da una banda di pirati che volevano un riscatto per la restituzione, i pesanti sospetti divennero certezze. Si trattava di frottole e anche frettolose, bugie tipiche di quei politici che presi con le mani nel sacco inventano qualsiasi cosa pur di non ammettere l’evidenza.
Quella del legname ben ancorato sul ponte era una mezza verità, l’altra mezza, quella che non si voleva venisse alla luce, era ben stivata nella “pancia” della nave.
La Arctic Sea, come si diceva negli ambienti giornalistici, sarebbe stata come la balena delle favole, dove nella pancia si poteva trovare di tutto.
Il giornalista decide allora di raccontare in questo libro cosa potrebbe essere accaduto e perché proprio in quei giorni a cavallo fra luglio e agosto 2009.

Chi fossero i vari Presidenti, Primi Ministri, Ministri in carica e Ambasciatori, in quel periodo, ha deciso di indicarli con i loro incarichi e non con le loro generalità.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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