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Da Circolo della Stampa Ferrara

Seconda serata con I Martedì del Circolo, la serie di incontri organizzati dal Circolo
della Stampa di Ferrara per discutere ed approfondire argomenti di attualità, cronaca, scienza
e cultura. L’appuntamento è in programma il 21 novembre prossimo all’hotel Astra (viale
Cavour 55, ore 21), in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.
Ospite dell’incontro la giornalista e blogger ferrarese Riccarda Dalbuoni, che porterà le
testimonianze di alcune donne vittime di molestie o abusi: storie drammatiche, pubblicate in
una rubrica on line sul sito del quotidiano di informazione Ferraraitalia. Assieme a lei il
collega Carlo Cavriani, capocronista de il Resto del Carlino di Rovigo e l’avvocato Stefania
Borghetto, specializzata in diritto del lavoro e discriminazione di genere, che leggerà in sala le
lettere e le denunce raccolte nel blog da Dalbuoni.
Nei primi dieci mesi del 2017 sono state più di 26mila le telefonate ricevute dal 1522,
il numero d’emergenza nazionale per l’aiuto alle donne vittime di stalking, abusi o molestie.
Un dato impressionante, che rispecchia un problema di stringente attualità, al centro anche
dell’incontro del G7 sulle Pari Opportunità, conclusosi nei giorni scorsi a Taormina. E che la
cronaca di questi giorni, da Hollywood fino a Roma, ma non solo, ha purtroppo confermato in
tutta la sua gravità.
Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oggi una donna su tre è vittima di abusi
o pesanti molestie da parte del partner, mentre al pronto soccorso la violenza sessuale è la
seconda causa di accesso per le donne. Negli studi di follow up che seguono le donne dopo le
violenze più gravi, nel 67,5 per cento dei casi le vittime risultano affette da profonde
patologie mentali da stress post-traumatico: un valore paragonabile – secondo gli studi dell’Iss
– addirittura a quello delle vittime dirette di grandi disastri, compresi gli attentati terroristici.
Le testimonianze raccolte da Dalbuoni, l’esperienza sul campo dell’avvocato Borghetto
(che da anni opera nell’ambito del diritto civile e della famiglia), aiuteranno quindi ad entrare
nel cuore di questo vero e proprio dramma sociale, esplorandone i meccanismi e le
conseguenze, spesso terribili, per chi – quasi sempre tra le mura domestiche – resta stritolato
tra i suoi folli ingranaggi, Un coro angosciato di voci femminili: donne, ragazze e adolescenti,
bersagli incolpevoli di una violenza odiosa e senza senso.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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