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“L’ansia è il fondo di una bottiglia rotta, piantata tra lo sterno e lo stomaco, per quanto coraggio ti toglie ti ricompensa con la paura”. Si preannuncia un gran bel duetto intellettuale, domenica alle 18,30 – “rigorosamente dopo la Spal” – al circolo Blackstar, fra Cristiano Mazzoni (scrittore sempre in prima fila a difesa degli ultimi e della giustizia sociale, perdutamente innamorato – oltreché del rosso – dei colori biancoazzurri, al suo debutto lirico) e Mazzoni Cristiano (cognome e nome proprio come nella locandina di presentazione dell’evento simpaticamente si fa appellare per distinguersi dall’omonimo), anch’egli scrittore di riconosciuto talento, anch’egli ferrarese oltreché amico del suo omologo gemello d’anagrafe. Spunto del dialogare, dissertare e disquisire in libertà sarà “I pensieri del Comandante”, nuova pubblicazione (edizioni Freccia d’Oro) del C.M. che si confronterà con M.C. e con tutti coloro che presenzieranno, al circolo Arci di via Ravenna 104, a questo incontro che si preannuncia ricco di parole, pensieri e passione.

Scrive l’autore della sua poetica raccolta: “Premessa, doverosa premessa. Chi dovesse imbattersi, per sbaglio o – peggio – per scelta in queste pagine, deve essere consapevole di ciò che l’attende. Ammesso e non concesso che per bontà, carità o convinzione arrivi alla fine del libro, il lettore non si imbatterà in un testo di poesie (cosiddetto) canonico. Infatti, l’autore (io), non è a conoscenza della tecnica, della metafora, del sillogismo, né del dolce e neppure dell’amaro stil novo. Alle terzine e quartine preferisco le cinquine (della tombola)… Le parole che scrivo sono raggruppate in frasi che stanno insieme grazie alla giusta miscela tra pensiero e rabbia, tra sogno e materialità, ma fondamentalmente, impastate con la voglia e il bisogno di scriverle. Questo libro è dedicato a mio suocero, grande uomo; e le uniche due vere poesie presenti sono quelle inserite nella post-fazione, scritte da lui dopo la nascita delle mie figlie”.

“I pensieri del Comandante”, edizioni Freccia d’Oro sarà presentato domenica 8 dicembre alle 18,30 al circolo Arci di via Ravenna 104

Nota sull’autore, Cristiano Mazzoni – Figlio unico di madre impiegata e padre sindacalista, Cristiano Mazzoni nasce a Ferrara, nell’autunno caldo del 1969, nelle case popolari a due chilometri dal centro cittadino. Ha pubblicato Batiguàza. Resoconto di una adolescenza (Este Edition 2011), Parole dissociate. Memorie e pensieri (Este Edition 2012). Nel 2014, in occasione dei mondiali di calcio, un suo racconto “Speriamo di non cadere”, viene inserito in una raccolta dal titolo “Racconti Mondiali”, edito da Autodafé Edizioni di Milano. Nel 2015 un suo racconto dal Titolo “Petrolchimico” è inserito in una raccolta pubblicata sempre da Autodafé. Con Autodafé pubblica il suo primo romanzo “Il Bar dei Giostrai” nel 2017. Alcuni suoi pensieri e articoli sono stati pubblicati da Ferrara Italia. E’ in redazione a “Lo Spallino” dove scrive di un grande amore. Scrive, come autoanalisi, per raccontare, soprattutto a se stesso, che non è mai troppo tardi per autodeterminarsi”

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Redazione di Periscopio


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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