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Da: Ufficio Stampa CNA Ferrara

La Cooperativa sociale Le D.I.T.A. è nata per progettare organizzare e gestire attività e servizi assistenziali e sanitari rivolti soprattutto ai ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento e alle loro famiglie. Il Bosco officinale è un’azienda agricola di Mesola che si dedica alla coltivazione di erbe officinali, aromatiche e infestanti e da queste ricava prodotti oli essenziali, prodotti agroalimentari e cosmetici di altissimo livello. MIX-Museum Interaction Experience è un’applicazione interattiva per la valorizzazione e promozione dei beni culturali, che permette ai musei di creare propri itinerari interattivi di visita. Sono queste le aziende vincitrici, per Ferrara, del premio cambiamenti edizione 2019, la cui cerimonia conclusiva si è svolta mercoledì sera presso la sede di Cna Ferrara in via Caldirolo. Il Premio Cambiamenti è un’iniziativa nazionale di Cna che ha l’obiettivo di valorizzare le tante start-up innovative che nascono in Italia e che danno un contributo originale allo sviluppo economico, proponendo iniziative imprenditoriali attente alle esigenze del mercato e servizi innovativi ispirati alle richieste del territorio.

24 le imprese partecipanti dei più diversi settori, dai Beni Culturali alla moda, dalla gestione dei rifiuti alla salute. Come ha spiegato Bruno Faccini, Presidente dei giovani imprenditori di Cna, “il premio cambiamenti rappresenta un’importante opportunità per una start-up innovativa: non solo perché dà la possibilità di ricevere un riconoscimento per il proprio progetto d’impresa, ma anche perché permette di entrare in un collettore di opportunità come il sistema Cna, che si propone di valorizzare le imprese, sostenerle e metterle in rete”.

“C’è molto bisogno di start-up innovative capaci di guardare al futuro, perché è con le imprese che si creano ricchezza e posti di lavoro” ha aggiunto il Presidente della Camera di Commercio di Ferrara Paolo Govoni, che ha ricordato gli strumenti messi a punto dall’Ente Camerale per ridurre al minimo la burocrazia necessaria a far nascere una startup innovativa.

“Il Premio Cambiamenti di Cna valorizza coloro che hanno idee nuove e progettano il futuro – ha spiegato l’assessore alle attività produttive Angela Travagli – e per questo va apprezzato. Creare un’ambiente favorevole alla crescita delle imprese è una delle principali preoccupazioni della nostra amministrazione”.

Ecco l’elenco completo delle imprese ferraresi che hanno partecipato all’edizione 2019 del Premio Cambiamenti: A zampe lavate, Cento – Servizi alle persone; ACME, Riva del Po – Altra manifattura; Bytelabs srls, Ferrara – App, Web, Software; Cooperativa Sociale Le D.I.T.A., Ferrara – Servizi alle persone; Da Zero, Ferrara – Sostenibilità e Sociale; Hazloc Srl, Ferrara – Tecnologie (Macchinari, elettronica, robotica); Il Bosco Officinale, Mesola – Agroalimentare; Integrani s.n.c. di Campanella Vittorio e Moretti Davide &C, Ferrara – Agroalimentare; La Pazienza Arti e Libri, Ferrara – Commercio e Ristorazione; Libreria Albatros, Cento – Commercio e Ristorazione; MediaRes Comunicazione, Ferrara – Comunicazione e Social Media; Museum Interaction eXperience, Ferrara – Cultura, Turismo e Territorio; Polycykle Road Plastic & Recicling Srl, Ferrara- Tecnologie (Macchinari, elettronica, robotica); Puzzle Art Srl, Ferrara – Servizi alle imprese; Rigenesa Beauty & Soul, Comacchio – Salute e Benessere; Sanitaria Tato e Tata, Ferrara – Salute e Benessere; Sartoria Sovversiva, Ferrara – Moda; Scacco Matto srl, Ferrara – Servizi alle persone; Tekamed Srl, Ferrara – Salute e Benessere; Tredici Lab Srl, Ferrara – Arredo e design; Villa Geras, Fiscaglia – Servizi alle persone; Wamo Studio s.a.s. di Nicola Passarotto e c., Ferrara – Comunicazione e Social Media; Wash Dog, Ferrara – Salute e Benessere; ZF Lab s.r.l.s, Copparo – Moda

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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