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Da ufficio stampa Apollo Cinepark

Anche per questa settimana l’Apollo Cinepark presenta tanti appuntamenti dedicati a grandi e piccini.
Lunedì 27 marzo, in sala la versione in lingua originale con sottotitoli del “La Bella e la Bestia”, remake in motion picture del cartone della Walt Disney con Emma Thompson; due le proiezioni in programma, alle ore 18.30 e 21.00.
Lunedì 27, martedì 28 e mercoledì 29 alle 21.00 verrà proposta la proiezione evento de “La Tartaruga Rossa”, film d’animazione del 2016 diretto da Michaël Dudok de Wit e candidato al premio Oscar.
Martedì 28, inoltre, alle ore 19.30 dal Metropolitan Opera di New York, arriva “Idomeneo”, il capolavoro operistico mozartiano.

La vicenda del re di Creta e della sua battaglia con gli dei per salvare la vita del figlio Idamante sarà messa in scena nella classica versione firmata dal regista e scenografo Jean-Pierre Ponnelle, con la direzione del Maestro James Levine. Nel cast il tenore statunitense Matthew Polenzani nel ruolo del protagonista e la mezzo soprano inglese Alice Coote in quello del giovane principe; mentre le sopranoNadine Sierra ed Elza van den Heever presteranno le voci rispettivamente alla principessa troiana Ilia e alla figlia di Agamennnone Elettra, rivali per amore.

Composto in lingua italiana da un Mozart appena venticinquenne, Idomeneo si apre sull’isola di Creta poco dopo la fine della guerra di Troia. Idamante, attende il ritorno del padre mentre nel suo cuore fiorisce la passione per la giovane prigioniera Ilia, scatenando la gelosia della principessa di Argo Elettra, anch’essa innamorata di lui. Quando finalmente il re approda in patria, tuttavia, porta con sé una terribile verità: per salvarsi la vita durante una tempesta ha promesso a Nettuno di sacrificargli la prima persona che avrebbe incontrato a terra, ma questa persona si rivela essere suo figlio.

La sontuosa messa in scena di Ponnelle accosta la scelta di costumi settecenteschi a una scenografia su cui si stagliano colonne greche e rovine di architetture classiche, con il terribile volto del dio Nettuno che si staglia sullo sfondo. In questa ambientazione, Matthew Polenzani dà vita ad un personaggio che unisce tutte le caratteristiche dell’eroe epico alla raffinatezza mozartiana, mescolando sapientemente momenti di impeto virile ad attimi di grande calore e dolcezza.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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