Skip to main content

Martedì 5 dicembre 2017 alle ore 18 presso il Salone delle Mostre Temporanee di Palazzo Turchi di Bagno, sede dello SMA – Sistema Museale di Ateneo, Cs.Ercole I d’Este, 32 sarà inaugurata la II Biennale d’Arte “don Franco Patruno”. La mostra sarà visitabile fino al 18 dicembre 2017.
Orari: lunedi/giovedi: 10-18 venerdì: 10-17 sabato/domenica: 10-18

La mostra sostenuta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cento, in collaborazione con il Comune di Cento e con il patrocinio dello SMA, giunge a Ferrara dopo la prima tappa presso il Castello della Rocca di Cento, durante la quale sono stati attribuiti i premi che hanno visto quali vincitori Valeria Talamonti (I premio), Debora Cavazzoni (II premio), Marco Casella (III premio).
Artisti le cui opere, dopo l’esposizione odierna, entreranno a far parte della collezione Cassa di Risparmio di Cento. Questa seconda edizione della Biennale cade in occasione del decimo anniversario della morte di don “don Franco Patruno”, rinsaldando il valore del premio ed il legame con la memoria di Patruno, con il suo vivace e profondo interesse per i fatti della cultura e dell’arte, così come per la vita e la crescita dei giovani.
Ai giovani artisti del resto, compresi in un’età tra i 18 e i 30 anni, è rivolto questo premio, oggi estesosi su scala nazionale e della cui giuria tecnica hanno fatto parte Gianni Cerioli (Presidente), Ada Patrizia Fiorillo, Fausto Gozzi, Massimo Marchetti, Valeria Tassinari. A costituire il percorso espositivo i 27 artisti selezionati: Ricardo Aleodor Venturi (Pesaro, 1994), Camilla Baron (Solagna, VI, 1988), Arianna Bassetto (Arzignano VI, 1995), Gerardo Brentari (Rovereto, TN, 1991), Noemi Bigelli (Fano, PU, 1988), Sofia Bonini (Ferrara, 1985), Marta Campioni (Patrica FR, 1989), Marco Casella (Desenzano del Garda, BS, 1991), Debora Cavazzoni (Castelvetro di Modena, MO, 1990), Antonio Della Guardia (Mercato San Severino, SA, 1990), Elisa Denigris (Bologna, 1987), Federica Di Pietrantonio (Grottaferrata, RM, 1996), Carmine Esposito (Scafati, SA, 1991), Valentina Ferrari (Carpi, MO, 1987), Victor FotsoNyie (Bologna, 1990), Chiara Fucà (Torino, 1988), Riccardo Grassi (Piacenza, 1991), Simone Gulisano (Roma, 1992), Michele Iafrancesco (San Lorenzello, BN, 1994), Martina Paladini (Pesaro, PU, 1992), Carole Peia (Cuneo, 1992), Enrico Pierotti (Fano, PU, 1994), Daniele Pulze (Piove di Sacco, PD, 1988), Ilaria Sagaria (Palomonte, SA, 1989), Mattia Sarti (Costa di Rovigo, RO, 1988), Andrea Solaja (Trieste, 1988), Valeria Talamonti (Offida, AP, 1989).
Il tema assegnato quest’anno dalla giuria tecnica è stato “Dimenticanze”, una traccia declinabile secondo varie interpretazioni: storiche, sociali, personali, collettive, registrate ed espresse dagli artisti secondo diversificati linguaggi di espressione: dalla pittura, alla scultura, alla grafica, all’installazione. A corredo della stessa è pubblicato un agevole catalogo, documentativo delle opere e degli apparati, con testi introduttivi di Gianni Cerioli e Massimo Marchetti. «La Biennale d’arte – scrive in esso Cerioli – è una riflessione sulla contemporaneità, sulle risposte e sulle sollecitazioni con le quali l’esperienza artistica si inserisce nella realtà dei nostri giorni. […] Un’iniziativa per la quale siamo grati ai molti interlocutori che la sostengono: da Cristiana Fantozzi, Presidente della Fondazione, ai membri del Consiglio di Indirizzo e del Consiglio d’Amministrazione della stessa, alla Cassa di Risparmio di Cento, al Comune di Cento, ai membri della giuria, a Ursula Thun, Presidente dello SMA, al Museo MAGI’900 di Pieve di Cento che ospiterà nel nuovo anno la personale della vincitrice del I premio».

tag:

UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it