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Da: Ufficio Stampa Ascom Ferrara

Il 20 gennaio 2021 apre il Bando per contributi ai Pubblici Esercizi dell’Emilia Romagna

E’ stato approvato nei giorni scorsi dalla Giunta dell’Emilia Romagna lo schema di convenzione tra la Regione ed UnioCamere per il trasferimento a quest’ ultima di oltre 21 milioni di euro per la realizzazione di bandi territoriali per l’erogazione di contributi a fondo perduto a sostegno di Pubblici Esercizi (bar, ristoranti…), colpiti duramente dalle limitazioni e dalle chiusure imposte dall’emergenza sanitaria.
“Si tratta di una boccata d’ossigeno e di fiducia – commenta Davide Urban, direttore generale di Ascom Confcommercio Ferrara – preziose per il settore della ristorazione che sta vivendo mesi di pesanti sacrifici. “Pronto Ascom”, i l nostro servizio dedicato all’emergenza è a disposizione nella nostra sede in città per fornire tutte le informazioni del caso (telefonando al 0532.234232 o scrivendo a prontoascom@ascomfe.it). Si tratta di un’opportunità da cogliere al volo e frutto di un lavoro continuo e forte di Fipe Confcommercio”.
Il bando, promosso attraverso la Camera di Commercio, si aprirà mercoledì 20 gennaio e sarà riservata alle attività di ristorazione già attive in regione prima del novembre 2020 (codici ATECO primari sono il 56.10.11 od il 56.30.00) ed ovviamente ancora in funzione – che hanno subito nel periodo tra il 1° novembre ed il 31 dicembre del 2020 un calo di fatturato medio pari o superiore al 20% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Per le nuove imprese na te nel corso del 2020 l’erogazione del contributo, una tantum, avverrà a prescindere dal calo di fatturato. L’invio delle domande avverrà su apposita piattaforma telematica ed il suggerimento è quello di preparare con anticipo i bilanci aziendali 2019/2020 e di dotarsi della firma digitale per la corretta presentazione delle istanze. Il bando è previsto a chiusura il 17 febbraio 2021.

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ASCOM FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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