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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

A Unife arrivano quindici ricercatori da tutta Europa per una due giorni dedicata all’induzione sperimentale della infiammazione gengivale e alle sue applicazioni nella ricerca odontoiatrica

Quindici ricercatori da diversi Paesi Europei e un programma scientifico intensivo dedicato al miglioramento delle conoscenze della gengivite sperimentale e delle sue applicazioni in ricerca. E’ tutto questo e molto di più il workshop internazionale “Il modello di gengivite sperimentale: elementi chiave per disegnare e condurre uno studio”, che si terrà giovedì 3 all’Hotel Duchessa Isabella e venerdì 4 luglio presso la Sezione di Odontoiatria dell’Università di Ferrara, (c.so Giovecca).
L’evento, organizzato dal Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio delle Malattie Parodontali e Peri-implantari dell’Università di Ferrara, rientra nell’ambito dell’Oral Health Network di Colgate, iniziativa a livello internazionale che offre corsi di formazione e conferenze con esperti ed è finalizzata allo sviluppo del sapere dei giovani ricercatori universitari. Tenuto interamente da docenti Unife con la coordinazione scientifica di Leonardo Trombelli, Presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Ferrara e Direttore del Centro, all’evento interverranno per l’Ateneo Roberto Farina, Ricercatore in Parodontologia e Implantologia, Chiara Scapoli, Professore ordinario di Genetica e Direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e Biotecnologie e Maria Elena Guarnelli, Docente a contratto dei Corsi di Laurea di Odontoiatria e Protesi Dentaria e Igiene Dentale.
“Il modello di gengivite sperimentale – spiega Trombelli – è basato sull’induzione dell’infiammazione gengivale attraverso l’accumulo controllato del biofilm orale. Per i non addetti ai lavori, consiste nell’astensione dalle procedure di igiene domiciliare da parte del volontario che partecipa alla sperimentazione, per un periodo che va da alcuni giorni a 3 settimane. L’infiammazione che ne consegue rappresenta una risorsa per lo studio dello sviluppo della gengivite e dell’insorgenza di patologie più invalidanti quali la parodontite (piorrea). Sviluppato nel 1965 da un gruppo di ricercatori danesi, questo modello è stato applicato per lo studio dei fattori che portano all’infiammazione gengivale e per la valutazione di interventi terapeutici. Negli ultimi 15 anni il Centro di Ferrara ha affinato questa metodologia facilitando la reversibilità dell’infiammazione per prevenire qualsiasi alterazione permanente a carico delle strutture gengivali e ossee. Alla luce di questa esperienza abbiamo organizzato questo evento, unico nel suo genere in Italia”.
“Nel corso del workshop introdurremo i ricercatori ai fondamenti della gengivite sperimentale – afferma Farina – fornendo loro gli elementi necessari per elaborare la propria ricerca clinica, vedremo le differenze tra gengivite spontanea e sperimentalmente indotta ed illustreremo l’utilità di questo modello per lo studio di agenti anti-placca e anti-gengivite”.
“Il secondo giorno – spiega Maria Elena Guarnelli – sarà dedicato alla valutazione dei parametri di uno studio di gengivite sperimentale con lezioni frontali e sessioni pratiche supervisionate da tutor”.
“Sebbene i ricercatori che parteciperanno abbiano un profilo prevalentemente clinico – interviene Chiara Scapoli – è importante che acquisiscano le conoscenze necessarie dei metodi statistici per l’analisi dei dati di un trial di gengivite sperimentale e l’interpretazione dei risultati che emergono. Sulla base delle conoscenze acquisite nel corso della mia collaborazione decennale con il Centro di Ricerca in questo ambito, cercherò di trasferire ai partecipanti i principi basilari della statistica di uno studio di gengivite sperimentale”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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