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Da: Organizzatori

Gli oltre 232mila chili di abiti raccolti hanno avuto importanti benefici ambientali e sociali: risparmiati 1 miliardo di litri di acqua, evitati 837 mila di chili di anidride carbonica e finanziati 68 corsi di studio per i ragazzi in Mozambico o Zambia

Per la grande generosità dei cittadini che hanno donato indumenti usati a favore di HUMANA è stato premiato con l’importante riconoscimento ‘HUMANA Eco-Solidarity Award 2016’ il Comune di Ferrara, primo classificato a livello nazionale per chilogrammi raccolti.

Nel 2015, HUMANA ha raccolto sul territorio comunale 232.561 chili di abiti, determinando un impatto sociale, ambientale ed economico positivo nel Sud del mondo e in Italia.
Il ricavato dei vestiti raccolti a Ferrara, ha contribuito a finanziare 68 corsi brevi (di 3 mesi) di perfezionamento professionale in idraulica, costruzioni e tinteggiatura, tecniche di vendita, turismo e agricoltura per giovani studenti in Mozambico o Zambia.
L’organizzazione propone dunque un’offerta formativa valida e di qualità rendendola soprattutto accessibile.
Sul fronte ambientale invece, gli abiti donati hanno evitato l’emissione di oltre 837.000 di chili di anidride carbonica nell’atmosfera, pari all’attività di assorbimento di oltre 8000 alberi, e di risparmiare oltre 1 miliardo di litri di acqua utile a riempire 558 piscine olimpioniche. A questo si somma un risparmio di 34.000 euro per la Pubblica Amministrazione, ovvero per i cittadini residenti, grazie al mancato conferimento in discarica degli indumenti.
I premi sono stati assegnati in occasione dell’HUMANA People to People Day 2016, evento internazionale che coinvolge i membri della federazione HUMANA in Europa. Lo slogan di quest’anno “Quality Education for Development – Educazione di qualità per lo sviluppo” mette in evidenza come l’educazione sia il fulcro di uno sviluppo sostenibile.

Gli abbandoni scolastici nel mondo sono nettamente in calo (da102 milioni nel 2000 a 58 milioni nel 2011), ma, nonostante ciò, ancora oggi milioni di bambini non frequentano la scuola. Molta strada è stata percorsa, ma tanto resta ancora da realizzare e HUMANA è in prima linea per diffondere un’educazione di qualità, capace di fornire strumenti utili alla crescita personale e sociale.

“Il premio HUMANA Eco-Solidarity Award, mette in luce come la raccolta degli indumenti usati di HUMANA abbia un impatto positivo direttamente sulla crescita formativa delle persone e sul contesto in cui esse sono inserite. Per questo motivo nel 2015, il 50,4% dei finanziamenti di HUMANA sono stati destinati a progetti nel settore ‘Istruzione e Formazione’, sostiene Karina Bolin, Presidente di HUMANA Italia.

Sono onorata, di poter ricevere per conto dell’Amministrazione Comunale il premio dell’Associazione Umanitaria Humana People To People, a fronte del considerevole quantitativo di abiti usati raccolti nei cassonetti gialli sparsi nella nostra città – ha dichiarato Annalisa Felletti, Assessore Pubblica Istruzione, Formazione, Pari Opportunità, Cooperazione Internazionale e Politiche per la Pace del Comune – “La nostra comunità ha maturato una coscienza equa e solidale che credo meriti di essere riconosciuta e ringraziata pubblicamente: da sempre sensibile ai progetti umanitari e alle forme di solidarietà, difficilmente si volta dall’altra parte quando vi sono delle emergenze o delle criticità da affrontare. E’ il merito va anche all’educazione che viene fatta nelle scuole fin dalla primissima infanzia, alle Associazioni di Volontariato che come Humana si adoperano per dare nuova vita a risorse destinate al rifiuto o allo smaltimento, con notevole dispendio di risorse e impatto ecologico, che opportunamente recuperate e re-immesse nel circolo economico produttivo, possono contribuire a fare la differenza”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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