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Il sistema consortile per la raccolta degli imballaggi è imperniato sul “monopolio sostanziale” del Conai: serve una riforma. La diagnosi è dell’Antitrust, che ha presentato l’indagine conoscitiva sul mercato della gestione del rifiuti urbani avviata nell’agosto 2014, dopo diverse segnalazioni sulle criticità del settore.
Il Consorzio Nazionale Imballaggi (Conai) nasce con il decreto Ronchi del lontano 1997 (che in verità riprendeva una direttiva europea del 1994) con lo scopo di regolamentare gli imballaggi come consorzio privato senza fini di lucro. Il suo scopo è di attuare un sistema integrato di gestione, basato sul riciclo e sul recupero dei materiali di imballaggio. Il sistema Conai è costituito da produttori e utilizzatori di imballaggi ed è organizzato in filiere, a seconda del materiale si occupano: di carta Comieco, di vetro Coreve, di legno Rilegno, di acciaio Cna, di alluminio Rial, di plastica Corepla. Oggi gli iscritti sono quasi un milione. La quota economica di partecipazione (oltre a quella fissa di adesione) è legata al versamento di un contributo ambientale che costituisce la forma di finanziamento con cui gli iscritti si ripartiscono i costi per maggiori oneri relativi alla raccolta differenziata e per il recupero e il riciclaggio degli imballaggi (non tocca solo ai cittadini questo onere, ma anche ai produttori di imballaggi). Questo contributo viene effettuato all’atto dell’ultimo prelievo del produttore all’utilizzatore. Per gli interessati è appena uscita la “Guida all’adesione e all’applicazione del contributo ambientale 2016”, scaricabile dal sito del Conai.

Quindi chi produce imballaggi è tenuto a contribuire alla loro raccolta e riciclo o recupero. Un sistema economico importante che in questi anni ha contribuito al raggiungimento di risultati significativi. In linea generale in quasi 20 anni è stata erogata una cifra vicina ai tre miliardi di euro.
Non si deve dimenticare, infatti, che produciamo circa dodici milioni di tonnellate di imballaggi ogni anno e che sono in costante aumento. L’80% di ciò che viene immesso al consumo viene recuperato. Il recupero e il riciclaggio ha evitato l’utilizzo di almeno 3,5 milioni id tonnellate di materia prima ed è stato possibile un risparmio energetico di circa 18 terawattora. L’impatto economico è valutato circa in 900 milioni di euro di benefici diretti (tra valore della materia prima seconda generata, il valore economico della energia prodotta e indotto economico generato dalle filiere per materiale). Un risultato sicuramente di eccellenza.
Su tutto questo ci sarebbe molto da dire e non certo in un solo articolo, tuttavia qualche considerazione si potrebbe proporre: sul fatto che non è un consorzio a cui si è obbligati a conferire, ma soprattutto sul grado di conoscenza di questo sistema da parte dei cittadini, sul bilancio trasparente di quanto questo contributo riduca il costo del servizio in tariffa, e ancora su come si possa migliorare ulteriormente, attraverso convenzioni meglio definite tra Comuni e gestore e tra gestore e consorzio.

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Gli imballaggi, 800 miliardi di fatturato e molti sprechi da eliminare

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Andrea Cirelli

È ingegnere ed economista ambientale, per dieci anni Autorità vigilanza servizi ambientali della Regione Emilia Romagna, in precedenza direttore di Federambiente, da poco anche dottore in Scienze e tecnologie della comunicazione (Dipartimento di Studi Umanistici di Ferrara).

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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