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da: organizzatori

L’IISAP DI Argenta e Portomaggiore ha realizzato quello che in gergo calcistico si definisce “doppietta”.
Il Liceo scientifico “Don Giovanni Minzoni” di Argenta ha vinto, piazzandosi al primo posto, il Concorso nazionale “La storia della Grande Guerra riletta dai giovani di oggi: mai più trincee”, indetto congiuntamente dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero della Difesa in occasione delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale.

Gli alunni Linda Farinelli, Nirvana Pecorari e Jacopo Tellarini della classe IV A – Indirizzo tradizionale, guidati nella realizzazione dell’elaborato dalla prof. ssa Nicoletta Guerzoni, docente di Filosofia e Storia, hanno raggiunto il piazzamento d’eccellenza vincendo un concorso nazionale.
Non si tratta di un risultato inedito per l’Istituto. La stessa docente con alcuni studenti delle classi V A-B, infatti, pochi mesi fa si sono recati a Roma dove hanno ricevuto dalle mani del presidente della Repubblica Mattarella il premio per aver ottenuto il secondo posto nel Concorso nazionale “10 Febbraio”.
La Commissione esaminatrice ha premiato il lavoro degli studenti di Argenta tenendo conto di criteri quali: l’originalità dell’elaborato, l’efficacia del messaggio rappresentato, la pertinenza al tema e la gestione delle fasi organizzative ed operative, il lavoro di preparazione svolto e la qualità del prodotto stesso.
La traccia proposta dall’ultimo bando del Concorso, essendo quest’ultimo aperto a tutti gli studenti delle classi di ogni ordine e grado, differiva a seconda del grado d’istruzione.
All’art. 4 del bando di concorso si legge “Attraverso le tracce proposte, gli studenti dovranno elaborare una composizione scritta in relazione al rispettivo ambito scolastico di riferimento. In tale contesto, potranno essere trattati, attraverso un’analisi dell’esperienza della Prima Guerra Mondiale, argomenti legati al significato storico della ricorrenza, avviando rispetto ad essa significativi approfondimenti in ordine all’importanza dell’integrazione europea per preservare e garantire la stabilità dell’Europa e il contributo fornito dalle Forze Armate italiane alla stabilità internazionale nelle missioni di pace”.
Alle Scuole Secondarie di Secondo grado è stato proposto dunque di riflettere su come l’Europa rappresenti oggi non più un “continente in guerra”, macchiato e martoriato dagli atroci avvenimenti che lo hanno colpito nel XX secolo, ma un “continente di pace”.
Tale espressione non è però da intendersi “come assenza completa di conflitti”, ma come “tendenza all’integrazione e all’amicizia” fra i popoli dell’Unione. Sempre nel bando si legge “Il concetto di sicurezza non esprime, oggi, una condizione statica di “assenza di conflitti”, bensì una tensione dinamica verso sempre nuove e più efficaci forme di integrazione, comunanza di sforzi, solidarietà e amicizia fra i popoli. Nel 2012 l’Unione Europea ha ricevuto il premio Nobel per la pace, grazie al suo contributo nella trasformazione “di un Continente in guerra in un Continente di pace”.
Quale pensi possa essere il contributo che l’Europa potrà ancora fornire alla pace e alla sicurezza internazionale affinché non si ripetano i terribili conflitti del Novecento. Quale potrà essere l’apporto dell’Italia per la pacifica convivenza tra i popoli, considerando anche l’impegno delle Forze Armate italiane a favore della stabilizzazione delle aree di crisi”.
Il lavoro della delegazione argentana ha inteso mettere in luce come quel che si vede realizzato nell’età contemporanea è il frutto di un progetto e di un percorso che ha radici storici ben lontane nel tempo. “La questione di una unificazione europea, più o meno utopisticamente realizzata, si individua” spiega la prof.ssa Guerzoni, “con una certa forza e ricorrenza in modo particolare nella cultura settecentesca: illustri filosofi e politici a partire dal Settecento riconobbero i vantaggi economici, politici, sociali e militari che la costituzione di un’Europa sovranazionale avrebbe apportato agli Stati membri.
Nell’Ottocento poi il genovese Giuseppe Mazzini, nel programma della “Giovine Europa”, da lui fondata, unì il tema della autodeterminazione dei popoli con quello della nascita di repubbliche democratiche in Europa”.
“L’adesione di una classe quarta ad un bando il cui oggetto di approfondimento sono tematiche del Novecento e quindi non argomento di studio per l’anno di corso”, continua la docente, “è stata una vera scommessa. Ciò che ha spinto gli studenti a partecipare al concorso è stata la volontà di confrontarsi con contenuti inediti, parzialmente toccati grazie alla lettura di un volume scritto dallo storico Emilio Gentile in relazione alla Grande Guerra”.
“Fondamentale per la trattazione”, chiariscono i tre studenti, “ è stata la moltitudine di fonti storiografiche a cui si è attinto per lo studio, l’approfondimento e lo sviluppo delle tematiche in questione. Il lavoro di ricerca monografica e specialistica è stato alquanto impegnativo poiché si è voluto dare una certa impostazione alle informazioni”.
L’elaborato testuale prodotto pone al centro la trattazione di quel mosaico odiernamente unificato che è l’Europa: si sofferma a delineare, da una parte, quelle che furono le sue fasi evolutive – dall’inizio del XX secolo ai giorni nostri – e, dall’altra, le modalità attraverso le quali, negli ultimi decenni, l’Europa preserva la pace con lo scopo di sviluppare un sentimento comunitario unico e di potenziare l’economia e la sicurezza, oltre che dei Paesi che la compongono, dell’intero mondo.
Il fondamentale tema della globalizzazione, cruciale per comprendere l’evoluzione tecnologica che ha investito l’ambito militare, è stato posto come scenario della trattazione dell’importanza degli interventi militari dello Stato Italiano nelle aree di crisi per la salvaguardia della sicurezza europea nonché internazionale. Il fenomeno della globalizzazione in campo militare, inteso come evoluzione tecnologica, è rinvenibile già negli anni Settanta, ma ancor prima durante la Grande Guerra, nella quale si rivelò determinante l’utilizzo di sistemi satellitari di sorveglianza e dello spionaggio aereo. La vera conquista dell’evoluzione tecnologica degli ultimi decenni è il rispetto del cosiddetto principio “perdite umane zero”: la new war affida l’azione militare prevalentemente all’intervento aereo, limitando quindi la presenza umana nel conflitto.
Proseguendo, tramite la lettura di opere riferite alle analisi degli psichiatri sui disturbi mentali dei soldati della Grande Guerra, si è desiderato porre un parallelismo con il tema della metamorfosi del “paesaggio mentale”: lo storico italiano Gibelli afferma che in guerra vi sia una “nuova radicale espropriazione del tempo e della vita e un’inedita combinazione tra principio di efficienza-razionalità e principio di distruzione-annientamento”. La guerra veniva presentata come qualcosa di familiare cosicché i futuri soldati fossero entusiasti a parteciparvi; le scene eroiche rappresentate sulle cartoline finemente decorate erano parte di quella grande messa in scena volta a mitizzare l’esperienza della guerra.
Si è voluto infine sottolineare che non si vive di soli diritti: il nostro Paese, l’Europa, il mondo intero hanno bisogno di una nuova pedagogia civile e di un’etica dell’integrazione per una valorizzazione generalizzata e condivisa, che riesca a superare ogni forma di particolarismo”.
La premiazione avverrà a Torino il 15 maggio a partire dalle ore 10, in occasione del Salone Internazionale del Libro, ad opera del Ministro della Difesa. Per il nostro Istituto, per la cittadinanza tutta, è sicuramente una grande soddisfazione avere una nostra delegazione sul podio d’onore a rappresentare il Paese.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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