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Da: Circolo Unione Ferrara

Davanti a un pubblico molto numeroso e attento, e alla presenza della moglie signora Antonia Baraldi e del figlio maestro Valentino Sani, la sera del 21 ottobre 2018 il giornalista e amico di famiglia Paolo Micalizzi ha tratteggiato gli importanti traguardi professionali raggiunti da Massimo Sani nella sua lunga carriera di regista televisivo e di documentarista storico. Micalizzi sta completando un libro su Massimo Sani ed ha annunciato che la presentazione del libro è prevista a Ferrara nel gennaio 2019.
Al termine dell’intervento di Micalizzi hanno preso la parola la signora Antonia e il figlio Valentino esprimendo la propria gioia e soddisfazione per l’omaggio reso a Massimo Sani attraverso il ricordo della sua instancabile attività.

Massimo Sani – cenni biografici (da un articolo del figlio Nicola Sani)

Massimo Sani, regista televisivo e indiscusso maestro del documentarismo storico, è nato a Ferrara nel 1929. Dopo avere diretto la sede della Mondadori in Germania nella prima metà degli anni ‘60, si e’ trasferito a Roma dove ha sviluppato tutta la suacarriera presso la RAI. Autore televisivo tra i più noti, si è
particolarmente dedicato alle grandi inchieste sulla Seconda Guerra Mondiale, firmando autentici capolavori del documentarismo storicotelevisivo tra cui i cicli “Italia in Guerra”, “Ieri la guerra, oggi la pace”, “La guerra dimenticata”, “Prigionieri” (sulle vicende dei prigionieri italiani nella seconda guerra mondiale, da cui è stato tratto un volume pubblicato dalla ERI). E’ stato inoltre autore dell’originale televisivo “La guerra al tavolo della pace”, incentrata sulle conferenze dei Grandi dopo la Seconda Guerra Mondiale, una delle prime realizzazioni di teatro-inchiesta a sfondo storico della televisione italiana. Giornalista professionista, Massimo Sani ha scritto per numerose testate ed è stato inviato speciale delle reti giornalistiche televisive della RAI. Da sempre impegnato per la difesa dei diritti degli autori cinematografici e dell’audiovisivo,
Massimo Sani è stato a lungo membro del direttivo dell’ANAC(Associazione Nazionale degli Autori Cinematografici) e ha contribuito in maniera determinante allo sviluppo della normativa sul diritto d’autore in Italia e in Europa. Tra i maggiori esperti di questioni legate al mondo tedesco e alla storia della Germania,Massimo Sani ha collaborato con la Bayerische Rundfunk, firmando importanti documentari sul periodo nazista quali “Arte al rogo”,sulla cosiddetta “Arte degenerata” e “L’ineffabile realtà” sulla letteratura d’avanguardia italiana del dopoguerra. Per le sue produzioni in Germania e per tutta la sua intensa attività in favore del rapporto tra la cultura italiana e quella tedesca, è stato insignito, nel 2016, dal Presidente della Repubblica Tedesca della Gran Croce al merito di Germania.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

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14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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