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Il processo di nascita di un bambino è molto ingegnoso ed efficiente, ma si possono verificare effetti traumatici durante l’attraversamento del canale di nascita, in quanto le forze di spinta considerevoli possono modificare l’asse di uscita del bebè. L’osteopatia può delicatamente intervenire entro le due ore, identificare il trauma e correggerlo.

Ma analizziamo il processo nella sua complessità.

Le distorsione incidono in particolare sulla mobilità della struttura della testa. I sintomi che si possono generare sono molto vari, a seconda del grado di trauma e del livello di vitalità del neonato (reazione e resistenza immunitaria): le strutture del soma possono essere poco armoniose e rigide con una scarsa capacità funzionale. Il sistema del bambino può essere compromesso, interessando tutte le componenti e le relazioni fra strutture e funzioni. Se il trauma è modestissimo il corpo ha la capacità di riparare se stesso, se il trauma è moderato o grande il recupero è compromesso: il sistema nervoso manterrà queste distorsioni, nel tentativo di negoziare la regolazione. Se le forze pressorie sono considerevoli, il sistema nervoso non potrà più completamente autoregolarsi e rimodellarsi, mantenendo così gli squilibri estremi nel tempo.

Per fare un esempio, una colica può dipendere da un trauma da parto nella zona posteriore occipitale. L’occipite alla nascita si compone di quattro parti ed i nervi che passano fra queste parti possono essere compressi o trazionati dalle forze della testa nel fuoriuscire dal canale.
Ma ci sono altri nervi e vene importanti che solcano queste zone, e le parti di una zona adiacente come il temporale. Con il cambiamento compressivo delle strutture suddette, la pressione modifica la disposizione spaziale di queste strutture e l’allineamento suturale membranoso corretto.
La struttura domina la funzione e la influenza. Il processo della nascita coinvolge il passaggio della testa del bambino tramite il bacino osseo della madre.

Il bebè deve attraversare nel giusto senso il canale (bregma), muovendosi senza ostacoli nel bacino, con rotazione a destra o a sinistra uscendo dal bregma nel giusto tempo. Le quattro parti dell’occipite sono esposte alle forze multiple e complesse, causando una facile irritazione nervosa in quella zona; se il bambino esce con difficoltà o in modo insolito, nell’utero della madre si potranno generare delle fibrosi, anomale torsioni dell’asse collo-istmo, o problemi strutturali del bacino, del sacro e del coccige.

La maggior parte dei problemi comuni coinvolgono la deglutizione con irritabilità dello stomaco e ancora insonnia, colichette e vomito. Fattori compressivi della sincondrosi-sfeno-basilare (articolazione flessibile per tutta la vita) porteranno a scoliosi.

Nel caso di un cesareo, sembra che queste forze vengono escluse ed eliminate. Tuttavia si possono verificare altre conseguenze per il bambino che derivano dallo stare compresso per molte ore nel bacino della madre, prima del taglio. Le pressioni incidono e si stampano sulle strutture della faccia o della testa membranosa. Anche l’improvviso taglio favorisce uno repentino cambiamento dell’ambiente interno dell’utero, con pressioni negative, a sfavore di una ubiquitarietà liquorale.

Anche per un prematuro le conseguenze possono essere serie in futuro, come la maturazione della sutura pre e postsfenoidale.

Ma attenzione, lo stimolo di una delicata compressione può essere comunque un fattore stimolante per la vita armoniosa del bambino. Se il bambino non ha supportato l’anestesia questo può ripercuotersi sul primo vagito, con ritardo di espansione toracico e relativa difficoltà nel respiro profondo, che non accade mai durante il taglio del cesareo. Avvengono cambiamenti nella circolazione e nella respirazione non più mecomiale, se essi sono veloci e rapidi come la compressione del cordone che ritarderà il primo respiro e un rallentamento d’inizio della circolazione toracica. Più il bambino è prematuro più è facile che ci sia un cambiamento sulla respirazione e circolazione. Comunque ci possono essere dei motivi validi di cesareo che possono sicuramente salvare la vita della mamma e del bimbo. E’ importante che la cervice uterina si dilati facilmente e naturalmente e, se questo non accade, il medico è costretto a rompere le membrane e le grandi forze pressorie, le forti contrazioni uterine, si distribuiranno sulla forma dell’osso membranoso. Se la cervice non assorbe correttamente queste forze, esse si distribuiscono sul corpo e sulla testa del bambino, e se questo dura molto tempo, più di tre ore, il trauma sarà significativo.

L’osteopatia può delicatamente intervenire entro le due ore, identificando il trauma e correggendolo. Entro i primi due mesi di vita poi, quando ancora le suture non sono consolidate, l’osteopatia può correggere ed equilibrare le compressioni, riportando allo stato naturale tutte le funzioni.
Con l’osteopatia non viene applicata nessuna forza ed il trattamento coinvolge il sistema cranio sacrale e anche il sistema muscolo-scheletrico.

Concludendo, sarebbe straordinario fare prevenzione portando i bebè ma anche i bambini più grandi ad un controllo osteopatico, per una giusta e corretta ottimizzazione della vita.

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Nuccio Russo

È osteopata ed esperto in tecniche ergonomiche e posturali, studioso e ricercatore in anatomia craniale per lo studio delle cefalee. E’ nato e risiede in Sicilia, opera come consulente in diverse città fra le quali Ferrara, ed è conferenziere internazionale in Biofisica informazionale. Ama lo sport e la cucina macrobiotica.

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