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Da: Università di Ferrara.

Prende il via giovedì 6 febbraio alle ore 17 nell’aula A1 di Palazzo Turchi di Bagno, (c.so Ercole I d’Este, 32), il ciclo di conferenze “Non voglio mica la Luna” con l’incontro sul tema “Il diritto spaziale fra principi consolidati e nuove sfide”.

I media regolarmente portano a conoscenza del grande pubblico i successi via via raggiunti nella scoperta dello spazio extra-atmosferico. È inoltre ormai acquisito che le attività spaziali, lungi dall’avere un interesse meramente scientifico, o strategico-miliare, svolgono un ruolo importante nella vita quotidiana di ciascuno. Meno attenzione invece è dedicata a una questione parimenti cruciale. Esiste un diritto applicabile nello spazio extra-atmosferico? O le attività spaziali si svolgono nel vuoto giuridico, come se l’effettività delle norme si riducesse al pari della forza di gravità, allontanandosi dalla Terra? E poi, se esiste un diritto “per lo spazio extra-atmosferico”, è in grado di far fronte alle nuove sfide poste dalla crescita esponenziale delle attività spaziali?

Sono queste le domande alle quali Diego Zannoni dell’Università di Padova cercherà di dare risposta nel corso della conferenza organizzata dal Laboratorio di ricerca in Storia e comunicazione della scienza Design of Science – DOS dell’Università di Ferrara, nell’ambito della mostra “Spazio 2019. Scienza e immaginario a cinquant’anni dallo sbarco sulla Luna” (Palazzo Turchi di Bagno, Corso Ercole d’Este 32, 31 ottobre 2019 – 23 febbraio 2020).

“Il percorso espositivo della mostra – dichiarano i curatori – è basato sulla narrazione dell’eroica avventura e del progresso tecno-scientifico. Assai articolate, diversificate e importanti furono le implicazioni anche in altri campi: geopolitici, militari ed economici anzitutto. Implicazioni che oggi delineano un nuovo equilibrio di interessi fra soggetti pubblici e privati, chiamati, questi ultimi, in alcuni Paesi a intervenire direttamente nell’esplorazione e colonizzazione dello Spazio.”

Al tema delle nuove implicazioni geopolitiche ed economiche è finalizzata la serie di incontri “Non voglio mica la Luna”, i cui prossimi appuntamenti in programma sono:

· venerdì 21 febbraio, ore 17, aula A1 Palazzo Turchi di Bagno, “Strategie geopolitiche e militari nello Spazio intorno alla Terra”, con Giovanni Pascolini

· sabato 22 febbraio, ore 17.30, aula A1 Palazzo Turchi di Bagno, “Dalla Luna ai confini dell’Universo: il programma scientifico dell’Agenzia spaziale europea”, con Matteo Guainazzi, European Space Agency (ESA)

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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