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Da: IIS Einaudi di Ferrara.

Moltissime scene girate in Vangadizza dagli allievi dell’Istituto tecnico Einaudi di Ferrara. La Royal Family riceverà una copia della produzione.

Passando il confine naturale del fiume Po, ci troviamo in Veneto, in una provincia conosciuta spesso per la sua dislocazione geografica molto ampia in lunghezza.

Alto Polesine, Medio e Basso Polesine, incontrando ancora i confini del grande fiume che sembrano voler riunire Emilia e Veneto al mare Adriatico.

Sembra un giro infinito di parole e geografie apparentemente dissociate, invece nel mezzo di queste terre, a Badia Polesine, si trova una Abbazia dell’anno 1000 che resta spesso sconosciuta a molti. Eppure contiene un tesoro inestimabile di documenti antichi, dai quali scaturisce una storia che ha interessato i ragazzi ed alcuni docenti della 4G Grafica e Comunicazione dell’ IIS Einaudi di Ferrara.

L’occasione è ghiotta per iniziare un percorso di ricerca con la collaborazione del prof. Paolo Aguzzoni del Sodalizio Vangadiciense di Badia Polesine, che custodisce migliaia di documenti originali che il mondo degli storici e ricercatori stanno studiando. Una domanda per iniziare, per capire e sapere chi ha voluto questa Abbazia e per quali motivi proprio in quell’area desolata e paludosa. La risposta viene da una pergamena; la narrazione rincorre la storia che a sua volta insegue la creatività. Le idee diventano scrittura, sceneggiatura, plot e poi realizzazione filmata. AD961 prende vita e piano piano diventa un docu-film che si arricchisce di numerosi tratti salienti. Uno tra tutti: il profondo ed antico legame tra il ducato Estense e questa Abbazia a 35 chilometri dall’attuale città di Ferrara. Si scoprono così altre sfaccettature di una storia, intrighi vitali per la sopravvivenza di una stirpe, tra matrimoni combinati e capostipiti di una grande futura casata: i Duchi di Windsor, attuali regnanti al trono di Inghilterra.

Ma non c’è storia antica senza intrighi di corte, per una volta realmente accaduti, così come il filmato racconta in questo stralcio del soggetto scritto dal prof. Quaiotti per i suoi allievi:

“Alda, una giovane dama, sola e nobile prigioniera di queste mura, cerca un senso al suo forzato villeggiare, circondata dalle nebbie.

Ben presto comprende il senso di questo accadimento, scoprendo una lettera che parla proprio di lei ed un testo narrante la sua storia, che ancora dovrà accadere.

Sgomenta da queste rivelazioni, Alda capisce che il suo destino è stato già scritto da mani potenti, per adempiere ad un bene superiore nella sopravvivenza di un popolo e per l’incipit di una dinastia, che ancora oggi, è una delle case regnanti più importanti e antiche del mondo.”

Un encomio speciale alla giovanissima interprete di Alda, sposa del figlio di Re Berengario, che ha saputo impersonare con grande passione e innato talento, una figura giovanile dell’epoca, con le medesime paure e speranze di una ragazza della sua età dei giorni nostri. La bravissima Carlotta Gramolelli, allieva della 4G sezione Grafica e Comunicazione, ha sopportato in solitudine l’intera produzione attoriale dimostrando notevoli capacità interpretative.

“…Alda fu una giovane molto coraggiosa…poichè ha affrontato da sola un destino che io personalmente non potrei mai avvallare…Per fortuna sono passati oltre 1000 anni da quel modo di vedere la donna…Sono una persona molto distante dal personaggio di Alda, ma questo primo approccio alla cinematografia formativa, mi regala un’esperienza totalmente inaspettata, nuova…Ovviamente anche per i miei compagni con i quali ho condiviso questo percorso di 4 mesi tra preparazioni a scuola ed il girato nelle location…”, racconta la giovanissima Carlotta Gramolelli, allieva della classe 4G dell’IIS Einaudi e protagonista solitaria del docu-film.

AD961 diventa un piccolo, grazioso romanzo storico-artistico, scoprendo anche l’arte di Antonio de Recchis (passato alla storia come Antonio da Ferrara), che visse proprio a Badia Polesine (RO), al quale sono attribuiti affreschi molto importanti custoditi presso Casa Romei in Ferrara. Un passaggio obbligato. Gioia per gli occhi, l’arte che si manifesta con pochi segreti storici, anche rappresentati dall’uso dell’originale costume di scena gentilmente messo a disposizione dal gruppo storico “Amici di San Teobaldo” di Badia Polesine.

La narrazione e la ricerca storico-artistica curata dal prof. Galeazzo Giuliani, già luminare del settore e conosciutissimo docente in Ferrara, rende ancora più preziosa la fattura di questo piccolo documentario, sempre prodotto a livello scolastico, ma con una decisa impronta professionalizzante per gli allievi che hanno curato ogni elemento e dettaglio sia nella preparazione che nella lavorazione. In queste settimane stanno curando la presentazione al pubblico, con un coordinamento grafico supervisionato dal corpo docenti del settore grafico, prof. Quaiotti, prof. Perrone, prof. Bortolotti.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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