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Da Organizzatori

A cinque giorni dalla chiusura della prima edizione del Festival di microteatro BONSAI, che si è svolta interamente all’interno del Quartiere Giardino, sostenuta dal Comune di Ferrara, dalla Regione Emilia Romagna, Ferrara Off e Progetto Pindoles di Barcellona, che insieme ne hanno curato la direzione artistica e organizzativa, parlano dei risultati raggiunti.
L’evento, che è parte di “Giardino Creativo” finanziato da A.N.C.I. – progetto che sostiene la creatività giovanile a favore della riqualificazione sociale, economica e culturale di questa zona della città – ha contato oltre 600 ingressi agli spettacoli della domenica e 200 spettatori per le performance inaugurali del sabato Giro solo esterni con aneddoti con Marco Sgarbi per la regia di Giulio Costa e La Venere Nera di Andrea Lugli con Liliana Letterese. Tutto esaurito per lo spettacolo itinerante “Lettere anonime per un camminatore” della compagnia Amigdala, una performance site-specific, per uno spettatore alla volta, che ha generato un interesse quasi sorprendente. In molti si sono ritrovati a camminare per le vie del quartiere Giardino, potendone apprezzare la bellezza, condotti in un percorso emotivo che è solitamente difficile da intraprendere. I passanti, numerosi e increduli, come di fronte a qualcosa di insolito, si fermavano, chiedevano, partecipavano.
Bonsai è stato motivo di collaborazione e scoperta, grazie anche alla sinergia che si è creata con alcune realtà e associazioni del quartiere, che hanno messo a disposizione il loro tempo e i loro spazi: Consorzio Factory Grisù, Contrada San Giacomo, Scaccianuvole Pizzeria Ristorante, Centro di ascolto Uomini Maltrattanti, Centro di Mediazione di Ferrara e la famiglia Felloni che ha ospitato all’interno del proprio appartamento uno dei sei spettacoli di domenica scorsa. Fondamentale anche il dialogo con la società sportiva SPAL 2013 srl che ha permesso che le cinquanta repliche dello spettacolo inaugurale terminassero al centro del prato dello Stadio “Paolo Mazza”, offrendo allo spettatore un colpo d’occhio e un impatto emotivo notevoli.
I riscontri positivi da parte del pubblico hanno evidenziato quanto appropriata sia stata l’intuizione di portare il festival in luoghi apparentemente non teatrali, all’interno di un quartiere molo discusso della città, e quanto, durante lo scorso fine settimana, questo evento sia stato in grado di favorire, contrariamente ad alcune aspettative, l’aggregazione, la partecipazione e il coinvolgimento di pubblico e cittadini.
Entusiasti dei risultati, ottenuti anche grazie alla professionalità degli artisti e delle compagnie che si sono esibite (7-8 chili, Collettivo Amidgala, Antonio De Nitto, Liliana Letterese, Elisabetta Salvatori, Domenico Vincenzo Tufano, Laura Ulisse e Giulia Vismara, Sabrina Vicari e Federica Aloisio) gli organizzatori sono già al lavoro per la seconda edizione che si svolgerà nella primavera del 2018.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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