Skip to main content

Forse Renzi farà finalmente ciò che aveva promesso e per questo gli va dato atto.
Lascia con un discorso inutilmente tronfio: io vi ho dato tanto, ho fatto leggi e Pil dal nulla, ma voi non avete capito. E allora me ne vado, perché non rimango con chi non sa apprezzare. Io lavoro per me e per i miei e poiché non sono riuscito ad accontentare Napolitano, la JP Morgan, i mercati finanziari, me ne vado. Questo è quello che sentiamo, o almeno che intuiamo.

Ma dove sono gli interessi del popolo in questo discorso?
Non credo dovrebbe funzionare così, un politico dovrebbe avere ben chiaro per chi sta lavorando, per gli interessi dei cittadini. Ed è tempo che chi ci governa lo comprenda. La chiarezza di questo voto non sembra abbia scosso le mura dei palazzi governativi, di sicuro non ha scosso l’animo dell’attuale Presidente del Consiglio, chissà del partito di governo, poco votato e molto nominato.
Ma poiché fino ad adesso non avevamo visto grande coerenza nell’ascesa dell’uomo di Firenze, poca corrispondenza tra le promesse e i fatti, tra gli annunci e le conseguenze, allora forse dovremmo sentirci soddisfatti. Ma non mi sento così.
Renzi ha perso il confronto con la realtà, come la Clinton negli Usa e come i “remain” in Gran Bretagna, ha perso nel confronto con il popolo. Prende atto e se ne va.
Ma è questo che un premier dovrebbe fare? Abbiamo emergenze di tutti i tipi, terremoto, migranti, sicurezza, rinnovo contratti, Europa contro. E lui se ne va! Lascia ad altri, al “fronte del no”, la responsabilità di andare avanti. Ma il fronte del No non è un partito, è uno schieramento nato perché bisognava votare per la riforma costituzionale e si poteva votare solo con un Sì oppure con un No. Non c’era un forse, un perché, un come mai, o altro intorno a cui aggregarsi. Non si erano coalizzati Casa Pound con il Movimento 5 Stelle, anche questa è stata una delle mistificazioni di questa campagna elettorale, stupida e senza senso.

Le responsabilità non si cedono, una volta assunte si portano a compimento, si rispettano e in questo modo si rispetta la gente.
Un premier senza visione dall’inizio, e che lascia seguendo la politica del momento, il rancore o le prese d’atto senza senso. Dietro, un Paese che si vuole svegliare che vuole partecipare e che sicuramente merita di meglio, anche rispetto a quelli che dicevano che questa riforma non era fatta bene, ma votavano per il Si.
Un lasciare che è mancanza di rispetto verso il popolo, i cittadini che hanno votato e hanno saputo dire No a una riforma pasticciata, che hanno saputo difendere la loro storia e che hanno saputo dire: vogliamo di più di questo! Una Costituzione che possa essere capita. Una campagna elettorale più onesta e rispettosa della loro intelligenza. Che hanno saputo dire: “vogliamo più democrazia, non siamo pecore da governare”.
Siamo popolo e come popolo meritiamo di meglio, siamo alla ricerca di uno statista che sappia andare al di là del problema del momento, che vada a controllare le fondamenta del palazzo che crolla e lasci stare le finestre. Che sappia capire davvero cosa significhi la lotta per il deficit, il lavoro che manca e la smetta con la continuità di quanto fatto in passato. La colpevolizzazione del cittadino e del lavoratore, la cancellazione della scala mobile, la legge Treu del 1997, la Maroni-Sacconi del 2003, la legge Fornero e il Job Acts dei giorni nostri. Tutto sulla scia della precarizzazione del lavoro.

Uno spaccato della realtà e di quello che erano le ragioni del Si, ce lo dà il voto controtendenza degli italiani all’estero, cioè il voto di quelle persone che non vivono la realtà quotidiana delle ultime riforme, che sono lontani dai problemi reali del Paese e che fortunatamente ci stanno dando la sveglia, dimostra ampiamente che il vero cambiamento era il No e non altro.

Vogliamo di più di queste semplificazioni, stiamo dicendo che siamo in grado di pensare e giudicare, vogliamo il rispetto e un Premier che sappia impegnarsi davvero per il futuro dei nostri figli. E allora sicuramente è giusto che Renzi se ne vada e ci dia una possibilità, ma non così, non semplicemente perché ha legato le sue sorti a questo referendum. In questo modo non avrà l’onore delle armi.

Rispetti davvero la volontà popolare e ci accompagni alle prossime elezioni senza consegnare il Paese all’ennesimo governo tecnico. A quelli che senza legittimazione alcuna fanno le riforme strutturali molto più in fretta e in nome delle crisi e dello spread. In nome delle necessità che non coincidono mai con gli interessi dei cittadini.

Faccia una volta le cose giuste, si bagni di umiltà finalmente in nome degli interessi e della volontà del Paese e serenamente e finalmente ci porti a delle elezioni democratiche, con il rispetto dovuto, e con una legge elettorale che doveva essere la priorità per questo Parlamento.

tag:

Claudio Pisapia

Dipendente del Ministero Difesa e appassionato di macroeconomia e geopolitica, ha scritto due libri: “Pensieri Sparsi. L’economia dell’essere umano” e “L’altra faccia della moneta. Il debito che non fa paura”. Storico collaboratore del Gruppo Economia di Ferrara (www.gecofe.it) con il quale ha contribuito ad organizzare numerosi incontri con i cittadini sotto forma di conversazioni civili, spettacoli e mostre, si impegna nello studio e nella divulgazione di un’informazione libera dai vincoli del pregiudizio. Cura il blog personale www.claudiopisapia.info

PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it


Ti potrebbero interessare