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Ci sono giornate che hanno un carico emotivo particolare. Lo senti dall’aria. Dalle parole che escono dalla radio, dalle tv. La memoria è un esercizio di costruzione e non è assolutamente facile. Per poterlo praticare occorre avere una buona base di “tasselli”, quella dei ricordi. Per suscitare un ricordo talvolta basta un’immagine, un particolare profumo o anche, semplicemente, una parola. Ma costruire la memoria di un evento non è cosa facile per chi, l’evento, non lo ha vissuto. Uno dei pochi metodi di trasmissione efficienti, per far sì che non si disperda la memoria, è di scriverla.

“Sono Liliana Segre e credo che il modo migliore per coltivare e tenere viva la memoria sia attraverso le parole di un libro. Il monito di Primo Levi ci deve sempre accompagnare: ‘È accaduto, può accadere ancora’. Per questo, è così importante conoscere, approfondire, ricordare, trasmettere conoscenza, e per questo vi invito a partecipare a ‘Memorie’: il 27 gennaio regalate un libro ai ragazzi perché anche loro possano conoscere e ricordare”.

Questo è stato l’appello della senatrice Segre fatto per la Giornata della Memoria. Un appello che in sé racchiude due messaggi: uno rivolto al passato, perché ciò che fu, ciò che l’essere umano ha potuto concepire e fare sia “visto” attraverso gli occhi di una superstite dell’odio nazi-fascista. L’altro appello è rivolto al futuro, uno sguardo alle generazioni che non conosceranno superstiti, e potranno sapere di loro, costruire la loro memoria storica, morale, solo attraverso ciò che è scritto nei libri. E bisogna saperli scegliere, appunto, i libri. A Ferrara c’è chi si è impegnato a sceglierne qualcuno, a consigliarne, perché questo giorno possa radicarsi all’interno di ognuno di noi, attraverso l’iniziativa promossa dalla Lega Coop.

Eraldo Affinati, scrittore ed insegnante, a proposito dice: “I dieci libri (in realtà 11) che qui di seguito segnalo sono un sentiero luminoso dentro la galleria di orrori del ventesimo secolo. Credo possano rappresentare l’educazione sentimentale per un giovane in cerca di una bussola interiore. Si tratta di capolavori che andrebbero proposti ai ragazzi con una mediazione mirata da parte dei docenti: se ciò accadesse, avremmo creato i presupposti per un lavoro umano da fare insieme anche nel tentativo di contrapporci al vuoto interiore da cui possono nascere i nuovi totalitarismi”.

Ermanno Cavazzoni, scrittore e sceneggiatore, anch’egli tra gli scrittori che hanno selezionato dei titoli per l’iniziativa aggiunge: “La scelta dei libri riguardanti nazismo e comunismo è perché credo siano due facce dello stesso fenomeno e bisognerebbe abituarsi a considerarle assieme. E sono stati fenomeni così spaventosi che quando leggo queste cronache, alla fine sono nello stato mentale di uno che ha preso delle bastonate. Questo serve per calmare l’orgoglio e il senso di onnipotenza che la nostra società umana attuale fomenta”.

Quindi oggi, per costruire la vostra memoria, comprate un libro, o magari più di uno. Regalatelo. Sia la costruzione della memoria l’unico vero antidoto affinché ciò che in passato è successo, non accada più. Ma per essere così bisogna entrare in contatto con i protagonisti, conoscerli, vivere la loro vita, e solo i libri, a tal proposito possono.

“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.” Umberto Eco.

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Jonatas Di Sabato

Giornalista, Anarchico, Essere Umano

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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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Francesco Monini
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