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Sarà come andare ad un’allegra festa paesana: da metà ottobre tutti i sabati mattina ci saranno banchetti e stand di produttori locali, assaggi di cibi particolari, e poi teatro, musica e cultura, il tutto nella cornice del baluardo della Montagnola, una delle zone più belle della città.
Grazie ad un’attenta opera di riqualificazione urbana dell’area, dopo la scelta di collocare negli edifici degli ex magazzini Amga la sede di alcune associazioni culturali come Sonika, la Musi jam (ex Banda filarmonica F. Musi) e il Teatro di Ferrara Off, l’Assessorato alla cultura va oltre, ospitando nel cortile della “cittadella” ex Amga il Mercato della Terra di Slow Food, che da metà ottobre arricchirà con il mercato dei piccoli produttori agricoli il panorama di proposte dedicate alla cittadinanza.
Abbiamo incontrato i protagonisti di quest’interessante operazione, l’assessore alla Cultura Massimo Maisto e il dirigente di Slow Food Italia Alberto Fabbri; per conoscere il punto di vista delle associazioni, ci siamo rivolti a Marco Sgarbi e Monica Pavani di Ferrara Off.

Cominciamo proprio da questi ultimi, “A ottobre avrete un nuovo inquilino, una presenza che un po’ si scosta dal vostro ambito. Cosa ne pensate, voi associazioni, di questo connubio tra attività culturali della città e produzioni enogastronomiche del territorio?”
“Ne siamo molto contenti, e condividiamo la volontà dell’amministrazione di valorizzare e revitalizzare la zona di via Alfonso I d’Este – Bagni ducali, nella quale stanno investendo da diversi anni. In questo senso, anche il Mercato della Terra rientra nell’ottica di creare un movimento di persone che possano essere attirate al tempo stesso da un’economia territoriale e da attività artistiche produttive locali.”

Come pensate di organizzarvi e di interagire con il Mercato della Terra, e soprattutto con la clientela che entrerà nella “cittadella”.

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Azione teatrale all’aperto, nel retro del Teatro Off

“Da parte di tutte le associazioni riunite all’interno della struttura c’è la volontà di essere attive durante le mattinate di ogni sabato, e di offrire a chi frequenta il mercato “assaggi” di lavori teatrali in fase di allestimento, prove aperte di musica, teatro e letture. Abbiamo scelto di non proporre spettacoli o letture completi, perché la gente verrà principalmente per assaggiare e comprare prodotti gastronomici. Ci piace però l’idea di “tenere aperte le porte” del teatro, dando la possibilità di assistere a performance già in atto, entrando e uscendo con grande libertà, o anche solo per dare una sbirciatina agli spazi, che sono appena stati ristrutturati e sono bellissimi.”

Possiamo quindi dire che chi verrà in Alfonso I d’Este il sabato mattina avrà la possibilità di fare assaggi di prodotti locali e assaggi di produzioni teatrali al tempo stesso, è così?

“Sì, un assaggio, una prova, qualcosa da gustare in velocità… in questo senso avevamo infatti trovato anche una sorta di slogan, abbinando “slow food” a “fast theatre”, tanto per rendere l’idea. Se volessimo trovare anche una relazione a livello “semantico” tra il Mercato della Terra e la fruizione di attività culturali, potremmo dire che entrambe le attività produttive, quella agro-alimentare e quella teatrale, mirano a “coltivare” prodotti locali, farli crescere e promuoverli, a beneficio dell’intera comunità.”

All’Assessore Maisto abbiamo chiesto se c’è effettivamente una visione programmatica in tutto questo, e quali considerazioni hanno portato alla decisione di scegliere il cortile degli ex-magazzini Amga come location per il Mercato della Terra di Slow food.
“Abbiamo preso in considerazione diversi posti come il Chiostro di San Paolo, il Giardino delle Duchesse e il cortile degli ex-magazzini Amga. Alla fine, in totale accordo con gli organizzatori, abbiamo preso una decisione in funzione di tre obiettivi. Il primo obiettivo è coerente ad un mandato del Sindaco, che ci chiede di allargare il centro storico: più volte il Sindaco ha detto che va benissimo valorizzare le nostre piazze, ma non ci sono solo le principali, piazza Castello, piazza Municipale, piazza Travaglio, ma anche tante altre zone della città in pieno centro o limitrofe da valorizzare. Ecco quindi che ci piaceva l’idea di porre l’attenzione su un luogo bellissimo, una delle zone più belle della Mura, che però nell’ottica ferrarese viene ancora percepita come “periferica”, quando in realtà si trova all’interno delle Mura, in pieno centro storico. La scelta di portare ai Bagni ducali lo stesso Assessorato, di organizzare il Reload Music Festival, di ospitare la sede di associazioni culturali, prima la Banda Musi, Sonika e ora il Teatro off, significa che l’Amministrazione si è data da tempo l’obiettivo di avviare una riqualificazione a tutto tondo di una zona che era stata un po’ abbandonata.
E questo si collega al secondo aspetto: per noi la riqualificazione della zona Baluardo delle Mura – Bagni ducali è sempre stato un progetto anche culturale, altrimenti il mercato di Slow Food sarebbe finito semplicemente nella logica commerciale di tutti gli altri mercati. E quindi la risposta è sì, alle spalle c’è un ragionamento che mira al recupero della tradizione enogastronomica, della cultura dei nostri prodotti, della filiera corta, e che si vorrebbe venisse accompagnato da iniziative di divulgazione dirette (ossia riferite ai prodotti commercializzati) e di tipo culturale, nel senso di rendere la situazione più vivace e piacevole con le proposte artistiche delle associazioni. Va detto che la disponibilità del luogo, durante le mattine dei sabati in cui ci sarà il Mercato, non sarà riservato alle associazioni che lì hanno sede, ma sarà aperto a tutte quelle che vorranno costruire iniziative. Rendere la location un luogo produttivo e ricreativo è un punto su cui stiamo puntando molto e di cui personalmente vado abbastanza orgoglioso.

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Il Mercato della Terrara di Slow Food a Bologna

Il terzo obiettivo, più legato a dire il vero ad una scelta degli organizzatori, era quello di distinguersi dagli altri eventi che si svolgono in centro. Slow Food è un marchio forte, ha un’identità autonoma, e quindi può permettersi di differenziarsi. La loro è stata comunque una scelta coraggiosa, soprattutto per una città come Ferrara, perché hanno deciso di puntare su coloro che scelgono effettivamente di acquistare prodotti locali e di qualità recandosi al Mercato della terra. Del resto Slow Food ha fatto la stessa scelta anche a Bologna: il Mercato della terra si tiene in p.tta Pasolini, nello spazio antistante il Cinema Lumière, che è in centro ma non in un luogo di passaggio. A Bologna è andata molto bene, speriamo lo stesso avvenga anche a Ferrara. Ci tengo a sottolineare che il Mercato della terra di Ferrara è il secondo mercato di Slow Food in una città capoluogo dell’Emilia Romagna, dopo Bologna; a parte quelli di Colorno e Imola, in regione non ce ne sono altri.”

Al dirigente di Slow Food Italia Alberto Fabbri abbiamo chiesto come vede l’inserimento deI Mercato della Terra in questo contesto di associazionismo culturale già presente nella location prescelta.

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Logo di Slow Food

“Il contesto che abbiamo trovato in Alfonso I d’Este è l’ideale, perché i Mercati della Terra rientrano in un progetto prima di tutto culturale. Non è un caso che il rapporto sia nato con l’Assessorato alla cultura. Ci abbiamo messo un paio di anni per trovare il luogo giusto, abbiamo fatto diverse visite a Ferrara e vari sopralluoghi, ma c’era sempre qualcosa che non si adattava alle nostre esigenze: il Chiostro di San Paolo riscontrava problemi di agibilità, il Giardino delle Duchesse grosse difficoltà logistiche per via della collocazione in pieno centro storico. Quando il vicesindaco Maisto ci ha proposto il cortile dell’ex Amga abbiamo capito che quello era il posto giusto, e la presenza delle associazioni culturali è stato un motivo trainante per noi. Quella che è avvenuta è stata una coniugazione naturale.”

Come pensate di relazionarvi con le associazioni? Loro pensano di proporre “assaggi” di teatro, letture e musica, vi piace l’idea?
“Le associazioni hanno dimostrato una grande disponibilità ad ospitarci, quindi vogliamo entrare in punti di piedi. Nel mese di settembre metteremo a calendario una serie di incontri per sviluppare insieme un rapporto fecondo e creare un bel luogo di socialità. L’idea degli assaggi ci piace molto ed è proprio in linea con la nostra filosofia, perché il Mercato ha tre obiettivi: il primo è quello di realizzare un mercato di economia locale a favore dei piccoli contadini; il secondo, dare la possibilità ai consumatori di fare la spesa settimanale offrendo un’ampia gamma merceologica, dal pesce alla carne, da frutta e verdura ai formaggi, ecc.; il terzo obiettivo è ospitare ogni volta un presidio Slow Food italiano, proprio per proporre alla clientela assaggi di prodotti diversi, provenienti dalle varie parti del Paese e lavorati con il principio del Buono, Pulito e Giusto, come recita il nostro motto”.

Quanti saranno i produttori presenti al sabato mattina e a quando il primo appuntamento?
“Abbiamo selezionato una trentina di produttori del territorio, alcuni saranno fissi, altri ruoteranno in funzione della stagionalità. Diciamo che ogni sabato ci saranno 20/25 produttori-espositori. L’inaugurazione sarà sabato 18 ottobre, dopodiché partiremo con un periodo di sperimentazione che durerà fino a dicembre, fase necessaria per tarare il tutto; da gennaio, invece, contiamo di essere a regime.”

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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