Skip to main content

Questa mattina nel centro di Ferrara non c’erano soltanto gli sbandieratori arrivati da tutta Italia in città per gareggiare. Per le vie c’erano anche diverse persone che camminavano senza scarpe, a piedi nudi o con i calzini, forse vi sarà capitato di vederli lungo via Mazzini o in piazza Trento Trieste. Si trattava dei partecipanti alla “Marcia delle donne e degli uomini scalzi”, nata per iniziativa di intellettuali e artisti che hanno chiesto ai cittadini di sfilare senza scarpe in segno di solidarietà ai migranti in fuga dai loro paesi. Da Trento fino a Napoli passando per il tappeto rosso del Lido di Venezia, per Roma e per il Festival della letteratura di Mantova, sono state 71 le città aderenti, nelle quali ieri si sono tenuti diversi cortei.
“È arrivato il momento di decidere da che parte stare. È vero che non ci sono soluzioni semplici e che ogni cosa in questo mondo è sempre più complessa. Ma per affrontare i cambiamenti epocali della storia è necessario avere una posizione, sapere quali sono le priorità per poter prendere delle scelte. Noi stiamo dalla parte delle donne e degli uomini scalzi. Di chi ha bisogno di mettere il proprio corpo in pericolo per poter sperare di vivere o di sopravvivere”. Questo l’incipit dell’appello, da cui sono scaturite le manifestazioni per chiedere “cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali”, perché “la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme”. In particolare, secondo gli organizzatori, le prime azioni da mettere in atto sarebbero: “certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature”, “accoglienza degna e rispettosa per tutti”, “chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti”, “creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino”.
A Ferrara, fra gli altri, hanno aderito il Forum Terzo Settore, Emergency, Cgil, Cisl, Città del Ragazzo Opera Don Calabria, il Movimento Nonviolento, Cittadini del Mondo, Arci, Agire sociale Csv, Libera, Uisp, Associazione Badanti Nadiya Onlus, Associazione Viale K, il Pd, Sel, l’Altra Emilia Romagna, la Caritas Diocesana, Acli, Aci-Alleanza Cooperative Italiane. Passo dopo passo, lungo il percorso da via Saraceno fino in piazza Duomo, alcuni cittadini si sono tolti le scarpe e si sono uniti al corteo. “Oggi è un segno”, hanno affermato “gli scalzi” a fine marcia, “dobbiamo continuare a fare qualcosa ogni giorno per portare la nostra solidarietà non solo ai migranti, ma a tutte le persone in difficoltà nel nostro paese”. “Vogliamo lanciare un segnale, soprattutto a chi la pensa in modo diverso, per dire che non si può continuare a instillare solo paura nelle persone, ma che ci sono alternative, perché la paura porta solamente all’isolamento”. Per questo durante la manifestazione è stata lanciata la proposta di un tavolo per l’accoglienza: “Ferrara che accoglie” dovrebbe essere uno strumento per “rendere l’accoglienza nella nostra e nel nostro territorio la migliore possibile, consapevoli che i problemi sono tanti, ma che prima di tutto viene la vicinanza alle persone e che insieme si possono risolvere meglio le cose”. “Aiutiamoci e aiutiamo gli altri” è l’impegno con cui ci si saluta alla fine. Poi un minuto di silenzio in memoria delle vittime dei viaggi della speranza e “per ricordare le fatiche che compiono tutti i giorni le donne e gli uomini scalzi” in tutto il mondo.

Clicca sulle immagini per ingrandirle.

marcia scalzi
La partenza
marcia scalzi
via Saraceno
marcia scalzi
via Mazzini
marcia scalzi
Lettura
marcia scalzi
piazza Trento Trieste
marcia scalzi
piedi partecipanti
marcia scalzi
piedi partecipanti
marcia scalzi
piedi partecipanti
marcia scalzi
In marcia
marcia scalzi
piazza Duomo
tag:

Federica Pezzoli


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it