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Sono un iscritto al meetup Grilli Estensi anche se da tempo non partecipo più attivamente alle attività dei grillini ferraresi . Vi scrivo per informarVi di una notizia che mi è stata riferita e di cui ho avuto conferma su internet facendo una ricerca sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione generale lotta alla Contraffazione – Ufficio italiano marchi brevetti (http://www.uibm.gov.it/uibm/dati/default.aspx ) cioè che in data 1° ottobre 2015 la sig.ra Silvia Mantovani ha depositato la richiesta di registrazione a suo nome del marchio del meetup Grilli Estensi .

Nel database dell’ufficio italiano brevetti e marchi risulta quanto segue:
Domanda n. 302015000057110 – Data Deposito 01 ottobre 2015
Descrizione: Meetup Grilli Estensi: il marchio è costituito da un cerchio contenente la silhouette nera su fondo bianco delle 4 torri del castello estense di Ferrara. al centro delle torri si trovano testa e mani di un grillo verde stilizzato che sorride. le antenne del grillo vanno a comporre le 2 ” i ” della scritta nera ” grilli ” , nella parte superiore del cerchio. nella parte inferiore appare la scritta bianca ” estensi ” . all’esterno del bordo nero del cerchio appare la scritta ” meetup ” nella parte superiore sinistra.
Colore: bianco, nero, verde Stato Domanda
Richiedente: MANTOVANI SILVIA | Ferrara (Fe) | Italia (It)
Domicilio elettivo: MANTOVANI SILVIA (omissis redazionale per privacy)
Codice Elenco prodotti o servizi: 45 fornitura di informazioni in ambito politico.

Tutto ciò premesso, mi chiedo: a che titolo la sig.ra Mantovani ha chiesto la registrazione a suo nome di un marchio che appartiene non a lei ma a uno storico gruppo politico? Da chi è stata autorizzata? Io, pur essendo iscritto al meetup, non sono stato messo al corrente di nulla. La cosa che più mi ha lasciato sbalordito è leggere quello che ha scritto il sig. Fabio V. nel sito del meetup Grilli Estensi: “…Ho visto depositare e registrare il marchio “Grilli estensi”, senza darne menzione alcuna all’interno del Meetup, né nelle assemblee, come a rivendicare la proprietà di un sogno…” e che “…Ho visto un consigliere comunale ‘buttare fuori’ dagli amministratori della pagina Fb due ‘attivisti’ rivendicando il diritto attribuitogli dalla lettera ai Meetup di gestire i rapporti con la stampa in modo autonomo, attribuendo di iniziativa e senza assemblee la proprietà della pagina ai consiglieri e non al Meetup, dando quantomeno l’impressione del connotato padronale che si vuol fare assumere alla cosa”… (http://www.meetup.com/it/Ferrara5StelleGrilliEstensi/messages/boards/thread/49358863/)

In attesa di chiarimenti, porgo distinti saluti.

Lettera firmata
(Per motivi di privacy il mittente ha chiesto di omettere la pubblicazione delle sue generalità)

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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