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L’avevamo votato, avevamo fatto il tifo per lui e ce l’ha fatta [vedi]. Diego Trentini, aspirante scrittore
ferrarese, ha vinto con “0532 prefisso del blues” il premio del pubblico nel concorso del gruppo L’Espresso “Il mio esordio – Poesia 2015”, ottenendo 1.150 voti [vedi] . Superata la prima selezione che dai 700 partecipanti era arrivata ad individuare le migliori 50 opere, Trentini ha superato anche la scrematura della giuria ed è arrivato in finale. “Non me lo ricordavo neanche più”, racconta Trentini intervistato al telefono, “Mi ero iscritto in estate e mai avrei immaginato di essere selezionato tra i finalisti. La vigilia di Natale mi è arrivata una mail che diceva che non solo il mio libro aveva superato la scrematura ma che era anche tra i primi 10.”
Diego comincia a scribacchiare da adolescente, come fanno in tanti, riempiendo quadernini. Poi la produzione cresce e diventa un hobby, da hobby un impegno più serio, tanto che nel 2012 comincia ad auto-pubblicarsi su “ilmiolibro”, sito di self-publishing del gruppo L’Espresso. “Avevo iniziato ad auto-stamparmeli per me, per regalarli ai parenti e agli amici a Natale. Ne ho pubblicati sei in tutto e devo dire che hanno riscosso un discreto successo, non solo tra i parenti ma anche tra i colleghi di scuola, insegnanti di lingua e letteratura hanno dato pareri positivi. Visti i buoni riconoscimenti avevo già proposto i miei libri a qualche editore che però mi aveva chiesto un contributo – una pratica ormai affermata che ritengo scorretta e svilente. Quindi quando ho visto sul sito che c’era un concorso di poesia, non ci ho pensato due volte e mi sono iscritto.”
Ora Diego si gode la vittoria e il premio che consiste nella stampa di alcune copie del libro e soprattutto in due settimane di pubblicità sui siti del gruppo L’Espresso, sperando che una maggiore visibilità possa solleticare l’attenzione di qualche editore ‘serio’: “la pubblicazione sarebbe il coronamento di una passione e la possibilità di aprirsi strade complementari all’insegnamento” conclude lo scrittore.

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La copertina del libro

“Il mio esordio – Poesia 2015” è organizzato e promosso dal Festival Internazionale di Poesia di Genova, in collaborazione con Feltrinelli e Scuola Holden [vedi]

Diego Trentini, nato a Ferrara il 10 Maggio 1975, ha vissuto in città fino ai trentatré anni e ora abita a Bondeno. Insegna Storia, Filosofia e Sostegno, come precario. E’ laureato in Filosofia, specializzato in Storia della filosofia, abilitato SSIS. Si autopubblica sul sito “Il mio libro” [vedi], tra i suoi titoli: “Goal! (ovvero quando un numero uno faceva il giocatore)”, “L’inferno. È gli altri”, “Presente imperfetto”, “Achtung! Pericolo crolli“, “Lapsus digitali”.

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Sara Cambioli

È tecnico d’editoria. Laureata in Storia contemporanea all’Università di Bologna, dal 2002 al 2010 ha lavorato presso i Servizi educativi del Comune di Ferrara come documentalista e supporto editoriale, ha ideato e implementato siti di varia natura, redige manuali tecnici.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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