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Dopo la violazione del sito di Ferrara Arte di cui abbiamo dato notizia nei giorni scorsi [vedi], abbiamo contattato un hacker per capire meglio di cosa si è trattato.
La persona interpellata, usa lo pseudonimo Luther Blisset.
“Con la firma Sami ChiChirovo, ne hanno hackerati centinaia in tutto il mondo, tutti nello stesso modo – afferma – come si può vedere da un sito di supporto agli utilizzatori di WordPress [vedi], per questo appare una cosa da ragazzini.
Ce n’è un altro dove la schermata che appare dopo l’hackeraggio è la stessa, cambia solo la firma [vedi].

hacker-isis
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Si tratta di un attacco massivo che sfrutta delle vulnerabilità assai note dei sistemi WordPress. In questi casi è sufficiente scegliere un buon webmaster che tenga aggiornata la piattaforma.
Loro colpiscono a caso, dove trovano il problema tecnico che evidentemente è diffuso, è una cosa da “lamer” non da “hacker” per capirci.
E’ una roba di ragazzini che colpiscono usando degli script che cercano falle in WordPress, è solo un caso che sia toccato a Ferarra Arte”.

Ci sono anche hacker che si sono mobilitati per oscurare siti e profili dell’Isis, allora viene da chiedersi, esistono hacker buoni e hacker cattivi?
“Gli hacker buoni sono quelli che sanno fare le cose. Gli hacker cattivi quelli che non le sanno fare. Hacker è una forma d’arte, un modo di pensare alla tecnologia come qualcosa di plastico su cui mettere le mani come uno scultore, ma con lo scopo di trovare funzionamenti non previsti: è una sfida di intelligenza. Ognuno poi sceglie le sfide che ritiene valga la pena affrontare”.

Anche gli hacker che inneggiano all’Isis, spesso usano come simbolo la maschera del personaggio di V for Vendetta, normalmente associata agli Anonymous, individui che compiono azioni spesso illegali, ma in difesa della libertà di pensiero e di espressione. Cosa pensi dell’utilizzo di questa simbologia?
“Il logo di V per Vendetta non è Anonymous. Anonymous è contro ogni forma di copyright per questo usa un logo non suo. Quindi chiunque può usare quella maschera. In questo caso ci troviamo di fronte a qualche lamer che usa script già pronti solo per divertirsi. Non mi stupisce utilizzi anche un immaginario già pronto. Certo mi pare che non capisca quale sia il senso di quello che fa in nessuno dei due casi. La sensazione è che si usi anche il marchio Isis allo stesso modo. Solo per fare un po’ di scalpore. Colpa della stampa se ricevono un attenzione che nella comunità hacker non avrebbero in alcun modo”.

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Questo proliferare dell’hackeraggio a sfondo religioso come viene vissuto nel mondo hacker?
“Le fondamenta culturali dell’hacking sono occidentali e atee. Per questa ragione ogni sviluppo è aperto e condiviso. Se mettessimo barriere non saremmo più hacker. Direi che l’hacking di matrice religiosa nega le basi di questa apertura che vuole scavalcare ogni barriera, limite e confine. L’hacking di stato che sia americano, russo, nord coreano o di uno sedicente stato islamico è una contraddizione in termini”.

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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
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