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da: ufficio stampa Ferrara Film Festival

La scommessa dell’attore ferrarese Maximilian Law diventa realtà

Il sogno diventa realtà. Il Ferrara Film Festival, prima edizione del contest cinematografico internazionale atteso per l’estate 2016, prende il via. Dal 16 dicembre on line il nuovo sito web, i social network e soprattutto l’apertura delle iscrizioni.
A Ferrara sbarca il made in Hollywood con un Film Festival nuovo e accattivante che mette al centro il cinema dei sogni che si realizzano, quelle produzioni Hollywood style, dove tutto è possibile. La rassegna sarà un contest cinematografico aperto a registi e produttori degli Stati Uniti e di tutto il Mondo e soprattutto un’esperienza di cinema per tutti gli spettatori, che potranno scoprire come nasce la magia di un film e qualche segreto del lavoro che si svolge dietro alla macchina da presa.
La manifestazione, che si terrà nell’estate del 2016, è ideata e organizzata dal giovane attore e produttore Maximilian Law, ferrarese di origine e americano di adozione, e dalla sua casa di produzione cinematografica Perpetuus, in collaborazione con la Fondazione Carlo Rambaldi gestita da Victor, figlio dell’illustre scenografo e genio ferrarese – artefice di creature leggendarie e mago degli effetti speciali – scomparso nel recente 2012.
Partner e collaboratori del Ferrara Film Festival: l’Ambasciata Americana in Italia, Ferrara Film Commission, Comune di Ferrara, ASCOM e il Comune di Vigarano Mainarda.
Le iscrizioni di cineasti e produttori è semplice e prevede le due macro-categorie “Usa” (prodotti in Usa) e “Mondo” (prodotti nel resto del mondo), suddivise in lungo e cortometraggi, documentari e film di animazione. Un premio speciale intitolato al genio ferrarese degli effetti speciali Carlo Rambaldi sarà assegnato alla carriera a una figura di prestigio del cinema americano, segnalata da una giuria di esperti.
Sul sito ufficiale www.ferrarafilmfestival.com tutte le informazioni utili all’iscrizione. Sono accettate le opere di professionisti, appassionati e centri di studio o ricerca.
Per inaugurare il Ferrara Film Festival, un breve documentario dal titolo profetico Believe mostrerà il backstage del festival e il suo ideatore a tutto il mondo. Il teaser di Believe sarà on line sui social network del Ferrara Film Festival dal 25 dicembre, a gennaio il lancio ufficiale.
Pagina Facebook https://www.facebook.com/ferrarafilmfestival
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5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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