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Un saggio visivo sulla solitudine, in concorso alla sesta edizione del Ferrara Film Festival.
Bologna/Ferrara, 21 Aprile 2021 – Il nuovo film del regista bolognese Fabio Donatini “San Donato Beach” fa parte della selezione ufficiale di opere in concorso alla sesta edizione del Ferrara Film Festival, che si terrà dal 29 maggio al 6 giugno 2021. Sarà il primo festival cinematografico maggiore a svolgersi in presenza. Il film San Donato Beach, prodotto dalla Zarathustra FIlm, sarà in gara nella sezione “E.R. Filmmakers”.

San Donato è un quartiere situato nell’immediata periferia di Bologna, dove Fabio Donatini abita da anni. Il film è composto dai ritratti dei personaggi che popolano il quartiere, presenze abituali nella vita quotidiana del regista. Servendosi di una troupe ridotta al minimo e di attrezzatura leggera, Donatini riesce a muoversi in totale libertà tra le strade della periferia scoprendo un linguaggio visivo essenziale e intimo, il più adatto a rivelare l’essenza dei suoi personaggi.

Studiare la solitudine. L’idea che muove l’intero film parte dalla necessità di un’indagine discreta ma attenta sulle varie sfaccettature di questo sentimento universale. Patrizia, Andrea, Reza, Armando e Stefania vivono un quotidiano fatto di pause, riflessioni, ricordi e paure. La periferia in cui l’estate sembra non finire mai diventa scenario di flussi di coscienza di persone emarginate solo all’apparenza. San Donato è il luogo in cui tutti viviamo, è il quartiere che ci sembra di conoscere da sempre.

“Volevo realizzare un saggio visivo sulla solitudine. Non capivo esattamente da dove partire, poi mi sono accorto che bastava attendere Ferragosto nella prima periferia di Bologna e uscire di casa. Era tutto già lì. Nella sua straordinaria bellezza, nella sua logorante malinconia. Ogni volta che mi trovavo ad intervistare qualcuno cercavo di fargli dire quello che serviva a me. Ma loro, parlando d’altro, dicevano cose molto più interessanti. Quindi ascoltavo e basta. E me ne stavo zitto”  ha dichiarato il regista.

Fabio Donatini ha studiato semiologia del cinema e della musica presso il DSC dell’Università di Bologna. Ha lavorato per l’ITC Movie, Pavonificio Ghinazzi, Cineteca di Bologna, Bottega Finzioni, Bottega Produzioni, Articolture, Mammut Film e per la Zarthustra Film. Segue e organizza corsi per avvicinare la disabilità psichica e motoria alla recitazione e al set. I suoi lavori più importanti sono: “L’ispettore Coliandro”, “Tuber – la saga del Pico bianco” , “Il Boia/I principi dell’Indeterminazione”, “Le muse inquietanti” e “Chemio”. In fase di finalizzazione il suo ultimo docu-film sul lockdown della primavera 2020.

E’ autore, sceneggiatore, regista e produttore.

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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