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Da Conservatorio di Ferrara

Sabato 11 novembre 2017 ore 16 | Casa Romei (via Savonarola 30, Ferrara)
Conferenza a cura di Laura Pontecorvo e Concerto

Continuano gli incontri delle Giornate del flauto antico e moderno. Il terzo appuntamento in programma, previsto sabato 11 novembre a Casa Romei (via Savonarola 30, Ferrara), è dedicato al più antico flauto traversiere conservato in Italia. “Si tratta di uno strumento presente nella Biblioteca del Sacro convento di San Francesco ad Assisi – racconta Giovanni Lazzari, docente di Flauto al Conservatorio Frescobaldi e direttore artistico della rassegna Le giornate del flauto antico e moderno –, che ricalca nelle sue forme e nelle proporzioni, seppur con qualche piccola variante, i primi flauti del periodo barocco nati in Francia attorno al 1680, al tempo del Re Sole”. È noto che tra il 1698 e il 1700 fu presente a Roma, dalla famiglia Ruspoli, il flautista e costruttore francese Jacques Martin Hotteterre, che contribuì a uno scambio musicale tra le tradizioni francesi e romane e formò probabilmente alcuni strumentisti e costruttori italiani alle novità strumentali francesi. Dell’estro di Jacques Martin Hotteterre parlerà Laura Pontecorvo (docente di Musica da Camera al Conservatorio di Ferrara) nella conferenza delle ore 16 a Casa Romei, prima del concerto Il colore del flauto al diapason romano del 1700 (alle ore 17), in cui assieme a Gianni Lazzari al flauto e Pedro Alcàcer alla tiorba, illustrerà proprio le due tradizioni a confronto, quella della Suite strumentale francese e quello delle Triosonata romana rappresentata dalle opere di Arcangelo Corelli. Per l’occasione verranno suonate copie del flauto d’assisi e di un flauto di Hotteterre al diapason antico, un tono più basso dell’attuale, utilizzato tanto alla corte di Parigi che a Roma attorno al 1700.

Programma

Jacob Van Eyck (1590-1657)
Psalm n. 9 – Variazioni su Amarilli di Caccini – Onder de linde groene (Sotto i tigli verdi)

Joseph Bodin de Boismortier (1689-1755)
Suite per flauto solo op. 35 n. 2
Prèlude-Lentement, Bourée, Musette en rondeau, Rigaudon I e II, Gigue

Jacques Hotteterre le Romain (1674-1763)
Triosonata op. 3 n. 2
Prèlude-Gravement, Courante-Légèrment, Grave, Gigue-Vivement

Arcangelo Corelli (1653-1713)
Triosonata op. 1 n. 12
Grave, Largo e puntato, Grave, Allegro
Ciaccona op. 2 n. 12
Largo-Allegro

Le Giornate del flauto antico e moderno, giunte alla terza edizione, da sabato 28 ottobre al 16 dicembre uniranno all’attività formativa del Conservatorio Frescobaldi di Ferrara, quella della ricerca e della produzione sullo strumento, con dimostrazioni pratiche, suonando insoliti strumenti del passato, interpretando gli autori e i repertori indagati.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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