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Da: Informazioni Aldo Sindaco
Aldo Modonesi, candidato sindaco di Ferrara, a margine dell’Assemblea dei lavoratori del polo chimico, interviene sulle prospettive future di questo importante insediamento produttivo.

“Ferrara e la chimica sono unite dalla storia e dalle storie di chi col proprio lavoro e la propria ricerca ha fatto l’una e l’altra. Il polo chimico è un’opportunità per il nostro territorio, e in quanto tale richiede attenzione, sostegno e dedizione da parte della prossima Amministrazione Comunale, come è stato finora.
Il futuro del polo chimico passa dalla ricerca sulla depolimerizzazione, il riuso e l’economia circolare. Qui può nascere l’eccellenza dedicata alla bioplastica. Fondamentale è il raccordo con gli altri siti del distretto padano: Porto Marghera, Mantova e Ravenna. I collegamenti funzionali tra di essi, e in particolare con il Veneto, devono essere rapidi e solo così si può favorire uno sviluppo che abbraccia tutti.
Penso che un Osservatorio sulla chimica locale possa essere un buon punto di partenza per definire nuove politiche in tema di sicurezza e incentivo all’attrattività delle aree interne al polo chimico come previsto dal Protocollo di Intesa con Syndial, per facilitare la nascita di nuove attività imprenditoriali legate alla bioplastica, per accompagnare la transizione verso la chimica verde creando posti di lavoro di qualità, prevedendo agevolazioni fiscali per le nuove imprese. Un altro punto di discussione dovrebbe essere quello della formazione, sia universitaria, sia tecnico superiore.
Pieno supporto anche alle aziende di manutenzione elettrica, edile e meccanica che operano all’interno del polo e miglioramento delle aree pubbliche interne con una ciclabile, aree pedonali, nuova illuminazione. Non deve venire meno il presidio del 118, così come attività sociali, culturali e ricreative che consentano alla città di conoscere meglio la storia di un bene comune e prezioso per la nostra città, troppo spesso visto con un incomprensibile sospetto.
Noi vogliamo essere attori nel processo di rinnovamento del polo chimico, promuovendo la massima qualità del lavoro grazie ad interventi che favoriscano la sicurezza, la trasparenza e la partecipazione oltre alla responsabilità sociale delle aziende che vi operano”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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