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da: organizzatori

Da martedì 17 maggio a Grisù l’installazione realizzata da Basso Profilo e i bambini della Govoni

Mostri crestati e chiazzati di viola, cavalieri in verde, dame in bicicletta e pirati. Da martedì 17 maggio gli abitanti della zona Gad potranno contare su tanti nuovi “vicini di casa”: i personaggi di carta creati dalla fantasia dei bambini degli istituti Govoni e Poledrelli. Per conoscerli basta fare un giro in via Poledrelli: dalla facciata della vecchia caserma dei vigili del fuoco, oggi Factory Grisù, salutano i passanti e invitano a guardare al quartiere con occhi nuovi.
«Il giardino segreto» è il progetto grazie al quale sono stati ideati e realizzati, un percorso di inclusione sociale coordinato dall’associazione Basso Profilo assieme all’istituto comprensivo Corrado Govoni, finanziato dal Rotary Club Ferrara Est e dall’agenzia ferrarese di Generali Italia. Alla sua presentazione hanno partecipato gli ottanta bambini che hanno partecipato al progetto e le loro famiglie: un’onda colorata di voci, giochi e risate.
«Un altro quartiere è possibile» ha commentato il vicesindaco Massimo Maisto, intervenuto all’evento per sottolineare la necessità di approcciarsi con spirito aperto e propositivo ai problemi di convivenza che da diversi anni portano la zona Gad sulle prime pagine dei giornali locali, lo stesso spirito che ha contraddistinto l’intervento di arte urbana che ora rende meno grigie le pareti di Factory Grisù.
«Il messaggio che vorremo passasse è un messaggio di fraternità – spiega Davide Della Chiara, educatore e artista, curatore dell’iniziativa -. Per questo ci siamo ispirati alle storie raccontate da Ludovico Ariosto nell’Orlando Furioso per lavorare con i bambini. Durante l’anno scolastico ci siamo incontrati dodici volte: ci siamo confrontati su alcuni episodi del poema cavalleresco, li abbiamo interpretati costruendo dei piccoli dialoghi, abbiamo provato a disegnarli, a trasformarli in un gioco e a ragionare sul loro significato rapportandoci alle situazioni che viviamo tutti i giorni. Nell’Orlando si racconta la guerra tra arabi e cristiani ma è importante sottolineare come il conflitto in corso non impedisce agli uni e agli altri di provare reciproca stima, un rispetto che scavalca gli eventi bellici come pure la provenienza geografica e la tradizione culturale».
Tra gli ospiti della presentazione sono intervenuti anche l’assessore all’urbanistica, Roberta Fusari, il vicario del dirigente dell’istituto Corrado Govoni, Paola Orlandi, il presidente di Basso Profilo, Manfredi Patitucci, il presidente di Factory Grisù, Massimo Marchetto, i rappresentanti del Rotary Club Ferrara Est e dell’agenzia Ferrara di Generali Italia, Nicola Zanardi e Michele Poccianti.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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