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Da: Katia Romagnoli, Comune di Codigoro

Due incontri online con gli alunni delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado, per celebrare il Giorno della Memoria.
In occasione del 76° anniversario della fine dell’Olocausto, il Comune di Codigoro, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Codigoro, ha organizzato due distinti momenti di commemorazione della Shoah, attraverso una serie di letture a tema, dedicate agli studenti.
” Il 27 gennaio 1945 è una data fondamentale per la storia dell’Europa e dell’Umanità – ricorda il sindaco Sabina Alice Zanardi -;le truppe sovietiche riuscirono ad abbattere i cancelli di Auschwitz, permettendo al mondo intero di scoprire quali crudeltà erano state commesse dal regime nazista di Hitler all’interno di quello e di tanti altri campo di sterminio. Milioni di innocenti, tra ebrei, persone con disabilità furono deportati, imprigionati e lasciati morire, perché ingiustamente ritenuti inferiori. Ricordiamo questa data simbolo della fine degli orrori della guerra – aggiunge il Sindaco – e delle ingiustizie subite anche da oppositori del regime, perché è dovere di tutti, delle istituzioni e delle giovani generazioni ricordare quelle pagine buie della nostra storia.”
La pandemia non ferma le celebrazioni del Giorno della Memoria che, domani, mercoledì 27 gennaio, prenderanno il via, alle ore 10.30, dalla Cella Ludovico Ticchioni, con il saluto del Sindaco, rivolto agli alunni delle scuole primarie. Seguiranno, dalla Sala del Consiglio Comunale, letture a tema, tra le quali brani del diario di Anna Frank.
L’iniziativa si svolgerà online con una duplice diretta, sul profilo Facebook del Sindaco e del Comune di Codigoro e sulla piattaforma Zoom (per gli alunni ed i loro insegnanti). Alle ore 12 un secondo momento commemorativo coinvolgerà, con modalità analoghe, gli alunni della scuola secondaria di primo grado.
La breve visita alla cella in cui lo studente partigiano, Ludovico Ticchioni, di soli 17 anni, fu imprigionato per 49 giorni, prima dell’uccisione avvenuta in Piazza Matteotti, il 14 febbraio 1945, vuole essere un omaggio a chi ha sacrificato la propria vita, per restituire a Codigoro e all’Italia la libertà e la democrazia, schiacciate dal regime nazi-fascista.
Collaborano alla realizzazione del Giorno della Memoria: i docenti e gli alunni dell’Istituto Comprensivo di Codigoro, Ruggero Pimpinati del Gad Amici del Teatro, Lauro Beccari e i dipendenti comunali Anna Meneghini, Giorgia Ruffato, Rita Brandolini, Milena Medici, Marco Ronconi e Katia Romagnoli.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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