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Da: Comune di Ferrara

Alle 22.20 di sabato 3 dicembre è terminata la lunga e corale lettura dei 46 canti del poema di Ariosto iniziata 36 ore prima presso il Salone d’Onore della Pinacoteca Nazionale di Ferrara al Palazzo dei Diamanti. La maratona, ideata dalla Fondazione Ferrara Arte e organizzata assieme all’Associazione Ferrara Off, che ne ha anche curato la complessa regia, e alla cui realizzazione hanno collaborato anche molte altre istituzioni e associazione cittadine, ha visto la partecipazione di moltissime persone, ferraresi e non: quasi 1000 lettori – classi di studenti,n associazioni, cittadini che hanno letto da soli e in gruppo – e circa 1400 spettatori che l’hanno seguita dal vivo, a cui si aggiungono oltre 70.000 persone raggiunte dai canali social di Palazzo dei Diamanti o che hanno seguito la Maratona Orlando in streaming.
Durante tutta la durata della maratona di lettura la mostra dedicata all’Orlando furioso è rimasta sempre aperta e anche in questo caso la partecipazione è stata sorprendente: dalla mattina di venerdì 2 fino alla mezzanotte di sabato, le sale di Palazzo dei Diamanti hanno infatti accolto 4159 spettatori, di cui 1183 durante le ore notturne – dalle 22.00 di venerdì notte alle 9.00 della mattina successiva (732 visitatori) e ancora dalle 22.00 alle 24.00 di sabato (451 visitatori) – quando l’ingresso era gratuito.
Sono numeri che già da soli documentano il successo di questa iniziativa, ma c’è un dato non misurabile quantitativamente, che tuttavia è apparso evidente a coloro che l’hanno vissuta in prima persona, ovvero un senso tangibile di comunità che si è creato man mano che la lettura procedeva, grazie alla passione dei lettori e alla partecipazione attiva e attenta degli spettatori, presenti anche nelle ore più profonde della notte. Pensiamo che con questa manifestazione si sia reso omaggio nel modo più bello e più vero al capolavoro di Ariosto e ai suoi valori, restituendolo al presente attraverso il coinvolgimento di un’intera comunità.

Maratona Orlando | 2 e 3 dicembre 2016
Organizzato da Fondazione Ferrara Arte e Associazione Ferrara OFF, in collaborazione con Pinacoteca Nazionale di Ferrara, Fondazione Teatro Comunale di Ferrara, Biblioteca Comunale Ariostea, con il sostegno di Eni e il supporto della Cooperativa Le Pagine e di Pass Srl.

Informazioni
tel. 0532 244949 | diamanti@comune.fe.it | palazzodiamanti.it

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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