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Da: Organizzatori

Chiusura di gran classe per Tutte le Direzioni in Falltime 2019. Il premio Tutte le Direzioni 2019 è stato consegnato a Piero Angela attraverso Mauro Tognon, professore ordinario di Biologia applicata alla facoltà di Medicina, Farmacia e Prevenzione dell’Università di Ferrara e tra i migliori scienziati d’Europa nell’ambito della fecondazione assistita. A due, infatti, sono amici dai tempi del Premio Natta Copernico.

Il divulgatore scientifico, giornalista, scrittore e conduttore televisivo tra i più amati e seguiti in Italia, per non dimenticare la sua forte caratura jazzistica (Angela è anche pianista di notevole talento), non è potuto essere in diretta Skype da Roma, come in precedenza anticipato, ma questo è solo un arrivederci, “Quanto a Piero Angela – spiegano infatti Alessandro Mistri (direttore artistico) e Massimo Cavalleretti (presidente) de Il Gruppo dei 10 – riserviamo di averlo nostro ospite in una delle prossime serate musicali, come già avvenuto con Pupi Avati lo scorso aprile. Suo è stato il Premio Tutte le Direzioni 2013, assegnato in occasione della prima edizione.

Il premio ‘Tutte le Direzioni’ viene attribuito annualmente da Il Gruppo dei 10 a prestigiose personalità, appartenenti sia al mondo della cultura che a quello della vita civile, le quali abbiano contribuito, in piena e totale autonomia e indipendenza intellettuale, alla crescita qualitativa del nostro Paese. Il premio, quest’anno, è stato conferito a Piero Angela, “per la sua capacità rivoluzionaria – come si legge nella motivazione – di rendere accessibile al grande pubblico gli aspetti più reconditi e misteriosi della scienza, trattati con la classe e la qualità di chi pone la conoscenza alla base di una personale concezione estetica della vita, perfettamente sintetizzabile nella forza alchemica di una nota blu inserita in un assolo di pianoforte”.

Assente della serata di ieri, sabato 21 dicembre, anche Nico Gori, sax soprano, sax contralto e clarinetto. Un cambio di programma che non ha invariato l’alta qualità della proposta musicale: a sostituirlo, per l’occasione, è stato il musicista Marco Brioschi – alla tromba – nella serata M.E.N, che ha visto sul palco dello Spirito a Vigarano Mainarda (Ferrara) insieme anche Ellade Bandini alla batteria e Massimo Moriconi, al basso elettrico e contrabbasso, accompagnati dalla voce di Emilia Zamuner, talentuosa cantante napoletana, che si sta imponendo sulla scena jazzistica nazionale. Il nome scelto dal gruppo – M.E.N. – gioca sul divertente acronimo che si sono inventati tre dei musicisti più interessanti che l’Italia può vantare. La serata è stata una piacevole anteprima per il gruppo: M.E.N. (insieme a Emilia Zamuner), infati, questa settimana parteciperà a Umbria Jazz Winter.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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