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Da: Jazz Club

Enrico Rava, Dave Douglas & Uri Caine, Jakob Bro, Chris Potter, The Bad Plus: il Jazz Club Ferrara svela la prima cinquina dei big che animeranno la ventunesima edizione di Ferrara in Jazz. Si parte venerdì 4 ottobre per proseguire fino a maggio 2020.

A giudicare dalle anticipazioni, quello della ventunesima edizione di Ferrara in Jazz – al via venerdì 4 ottobre – si preannuncia un cartellone stellare. Organizzata dall’Associazione Culturale Jazz Club Ferrara, l’attesa rassegna concertistica si svolge in quello che da anni è considerato il miglior jazz club dello Stivale: il Torrione San Giovanni (bastione rinascimentale iscritto nella lunga lista dei beni UNESCO e location per il cinema di Emilia-Romagna Film Commission), grazie al contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Endas Emilia-Romagna ed il prezioso sostegno di numerosi partners privati.
Ad alzare il sipario sull’edizione 2019-2020 spetta (venerdì 4 ottobre, ore 21.30) al trio del chitarrista e compositore danese Jakob Bro, completato da Joey Baron alla batteria e Thomas Morgan al contrabbasso. Già con Paul Motian e Tomasz Stanko, Bro ha fatto incetta di ben cinque Danish Music Awards che lo hanno inscritto nella Jazz Denmark’s Hall of Fame. Con questa formazione ha all’attivo due apprezzati album editi dalla prestigiosa etichetta bavarese ECM.
A novembre è la volta dell’inesauribile, quanto imprevedibile, vena creativa del dittico tromba-pianoforte formato da Dave Douglas e Uri Caine (sabato 2/11) seguito, a fine mese, dalle sonorità avulse da qualsivoglia etichetta dei The Bad Plus in tour con il progetto Never Stop II, che vede a fianco dei fondatori – Dave King e Reid Anderson – il pianista statunitense Orrin Evans (sabato 30/11).
Dicembre si apre con Circuits, progetto che rappresenta la svolta, per così dire, “elettronica” del sassofonista Chris Potter, tra echi fusion anni ’80-’90, obbligati vorticosi, profumi d’Africa, cromatismi orientaleggianti ed uno sguardo alla storia del jazz. Affiancano il leader, James Francies al pianoforte e tastiere ed Eric Harland alla batteria (sabato 7/12). Prima della consueta pausa natalizia, il Torrione rende omaggio con un doppio appuntamento agli ottant’anni di un maestro assoluto del jazz nazionale, Enrico Rava, che si presenta sul palco del Jazz Club coadiuvato da uno stuolo di talenti nostrani quali Gianluca Petrella, Francesco Bearzatti, Francesco Diodati, Giovanni Guidi, Gabriele Evangelista ed Enrico Morello (venerdì 20 e sabato 21 dicembre).
Ai concerti animati da protagonisti del jazz internazionale si alternano le residenze della Tower Jazz Composers Orchestra, l’orchestra residente del Jazz Club Ferrara e gli altrettanto apprezzati lunedì del Torrione, che da sempre esplorano l’attualità del panorama musicale europeo, proponendo nuovi progetti discografici e nuove formazioni, arricchite dall’aperitivo a buffet con dj set e dall’immancabile jam session.
Nell’attesa di scoprire l’intero palinsesto, consigliamo di appuntare in agenda questi primi imperdibili appuntamenti che riscalderanno un nuovo autunno-inverno tutto estense.

Informazioni
www.jazzclubferrara.com
jazzclub@jazzclubferrara.com

Infoline e prenotazione cena 331 4323840 (tutti i giorni dalle 12.00 alle 22.00)

Dove
Salvo ove diversamente indicato, tutti i concerti si svolgono al Torrione San Giovanni via Rampari di Belfiore, 167 – 44121 Ferrara.

Orari
Apertura biglietteria 19.30
Cena a partire dalle ore 20.00
Inizio concerto 21.30
Secondo set 23.00

È previsto un solo set per i concerti della TJCO e del lunedì
Il Jazz Club Ferrara è affiliato Endas, l’ingresso è riservato ai soci.

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JAZZ CLUB FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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