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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia Romagna

Missione dal 5 al 10 novembre, per tessere alleanze istituzionali e nuovi rapporti economici. I Focus: start up, ricerca, innovazione, alta tecnologia e la ricerca, dopo Expo, di adesioni World Food Research and Innovation Forum

Da Google all’University of California Davis, fino alle start up emiliano romagnole impegnate in un corso di formazione per assorbire la magia e le opportunità della Silicon Valley. Il confronto con le corporate leaders dell’agroindustria Usa a “Re-Think Food 2015” nonché i rapporti con le massime autorità californiane per presentare, dopo la prima edizione di Expo, la piattaforma di dialogo strategico rappresentata dal World Food Research and Innovation Forum e formulare adesioni al progetto e inviti alla partecipazione alla edizione del Forum del 9-10 Maggio 2016 a Cibus di Parma.
Si muoverà su questi temi e obiettivi la missione istituzionale del presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e degli assessori Simona Caselli (Agricoltura) e Palma Costi (Attività produttive) in California, dal 5 al 10 novembre, accompagnando alcune imprese emiliano-romagnole del settore dell’agroindustria e dell’high-tech (Barilla, Granarolo, Casale Spa, Conbio; Horta; Arete) nonché Unione Parmense degli Industriali e Consorzio Parma Alimentare, Future Food Institute, Università di Modena e Reggio, Caab e Fico Eataly World, la piattaforma agro-food di Aster.
«Dopo la missione in Guandong, puntiamo a confermare che l’Emilia-Romagna sta perseguendo l’obiettivo di diventare sempre più una regione aperta attraente agli investimenti esteri ma anche a tutte le forme di collaborazione commerciale, produttive e di ricerca a livello internazionale. In Silicon Valley – ha sottolineato il presidente della Regione Stefano Bonaccini – l’obiettivo è realizzare un immediato follow-up di Expo Milano 2015 puntando alle opportunità di business sul mercato americano per le imprese emiliano romagnole della filiera agroindustriale e dell’innovazione tecnologica”.
In primo piano le opportunità di business sul mercato a stelle e strisce per le aziende regionali, l’attrazione di investimenti in Emilia-Romagna dopo l’importante impegno della Philip Morris, il rafforzamento delle già importanti, ma spesso anche frammentate, relazioni Emilia-Romagna /Usa nel campo dell’innovazione e dell’università con la definizione di progetti di scambio e di ricerca bilaterali. Il tutto, mettendo in valore l’eredità di Expo 2015 e con un’attenzione particolare all’appuntamento del World food research innovation forum di Parma nel maggio 2016 e all’ormai prossima partenza di Fico, il grande parco agroalimentare che sorgerà a Bologna. «In California – aggiunge Bonaccini – vogliamo ampliare l’adesione e la partecipazione, per la seconda edizione, del World Food Research and Innovation Forum. La piattaforma permanente ‘Made in Emilia-Romagna’ di confronto e discussione sui temi della ricerca e dell’alimentazione, lanciata proprio ad Expo, per favorire il confronto a livello globale sulle strategie di sviluppo del settore alimentare, per valorizzare il contributo della ricerca alla diffusione di un modello fondato su security, safety e sustainability, i tre pilastri fondamentali per garantire il diritto universale ad avere cibo sufficiente e sicuro».
Il 6 novembre al Menlo Park si svolgerà l’inaugurazione del corso per start-up emiliano romagnole, il 50% sono nel settore del food, del programma “Emilia-Romagna Technology Venture Launch Program 2016”. «Proprio nella Silincon Valley vogliamo promuovere il sistema regionale delle start-up high-tech attraverso il lancio di un meccanismo permanente di formazione, tutoraggio e mentoring delle start-up high tech dell’Emilia-Romagna in Silicon Valley anche con incontri b2b e round con investitori», prosegue il presidente Bonaccini.
Gli Usa rappresentano attualmente il primo paese extra-Ue per destinazione dei prodotti regionali con oltre 5 miliardi di euro (+16% fra 2008 e 2013; oltre 3 miliardi nel solo I° semestre 2015, in crescita di oltre il 24% sullo stesso periodo dell’anno precedente). Sono il secondo paese di destinazione in assoluto dopo la Germania, ma se le attuali tendenze dovessero essere confermate (mercato Usa in espansione, mercato tedesco in flessione), a fine 2015 gli Stati Uniti potrebbero diventare il primo partner commerciale dell’Emilia-Romagna. In pratica per ogni 100 euro esportati tra Rimini e Piacenza, oltre 12 sono diretti negli Usa, che si collocano al secondo posto dopo la Germania e prima della Francia nel portafoglio export emiliano-romagnolo.
I principali prodotti regionali che vanno oltreoceano sono gli autoveicoli, la meccanica (oltre il 60% del totale) e le piastrelle. L’export agroindustriale vale 230 milioni di euro nei primi sei mersi del 2015, (+18% rispetto al semestre 2014) con al primo posto il Parmigiano Reggiano seguito dall’Aceto balsamico, ma il potenziale di crescita è altissimo, tenendo conto che gli Usa sono il primo paese importatore mondiale del settore e che il made in Italy è sempre più ricercato dal consumatore americano. Sono alcuni dei numeri che testimoniano il forte legame che unisce l’Emilia-Romagna agli Stati Uniti, una relazione che si è consolidata negli anni della crisi (+30% le esportazioni tra il 2008-2014) e che, nella prima parte del 2015, si è rivelata ancor più proficua e stringente.
Innovazione in primo piano: il corso per start up nella Silicon valley le nuove frontiere del food a “Re-Think”
Sono 10 le start up emiliano-romagnole, di cui 5 appartenenti al settore del Food, che potranno sperimentare sul campo cosa significa operare nella Silicon Valley. Dal 5 al 15 novembre le imprese PlumeStars; FruttaWeb ; Sgnam; EasyDinner; GoVid; Saladz; Tickete; LocalJob; Spesacasa; Elements – tutte selezionate attraverso un bando regionale – parteciperanno alla prima edizione di un corso che dovrà diventare un meccanismo permanente di formazione nella Silicon Valley, ovvero il luogo che da solo “cattura” il 47% delle start up mondiali e che è considerato il miglior “ecosistema” al mondo per fare innovazione.
Re-Think Food 2015, è uno degli appuntamenti più importanti per quanto riguarda l’innovazione nel campo del cibo. Una parte della delegazione emiliano-romagnola guidata dall’assessore Caselli parteciperà a questa manifestazione che si svolge tra il 6 e l’8 novembre nella Napa Valley nel comprensorio della migliore produzione vitivinicola a stelle e strisce e che riunirà oltre 262 imprenditori e ricercatori del food made in Usa.
L’Emilia-Romagna firma il piano della California per ridurre le emissioni in atmosfera
La California è uno stato americano in prima fila nell’impegno ambientale. La Regione Emilia-Romagna firmerà il “Subnational Global Climate Leadership Memorandum” un accordo promosso dalla stato americano e dal Baden-Wurttemberg per raccogliere l’impegno delle realtà sub nazionali nella riduzione delle emissioni in atmosfera in vista della Conferenza sul Clima di Parigi a fine novembre. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini firmerà l’atto in occasione di un incontro con Jerry Brown, governatore della California l’8 novembre. Con diversi piani di settore e con il progetto Climate ChangER, per la riduzione delle emissioni di gas serra di origine agricola, l’Emilia-Romagna è già in prima fila nel contrasto al cambiamenti climatico. La firma del protocollo statunitense rafforzerà questo impegno e lo renderà più incisivo grazie alla collaborazione con importanti partner internazionali.
Tra gli incontri istituzionali anche quello con Karen Ross, ministro all’agricoltura della California, alla quale l’Emilia-Romagna chiederà l’adesione alla prossima edizione del World food research and innovation forum.
Sul piano della ricerca è di particolare importanza l’iniziativa con la UC Davis University, la principale università statale della California, specializzata in particolare nel settore dell’agrofood e della veterinaria. L’obiettivo è firmare un accordo strategico con Aster e la sua piattaforma agroindustriale per progetti comuni. Va ricordato che la UC Davis ha firmato un accordo per la costituzione di un Joint Research Center sui temi della food safety con il Guangdong, provincia cinese con cui ha solide relazioni anche l’Emilia-Romagna.

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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