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da: Francesca Felletti – Segretario PD Comacchio

Con dispiacere non ho potuto essere presente alla premiazione dei vincitori del concorso di idee per l’individuazione del nome e del logo del museo che sta prendendo forma nel Settecentesco Ospedale degli Infermi. Di certo un logotipo interessante e azzeccato, vero vanto per tutta la comunità visto il contributo di un nostro giovane concittadino.

Pur condividento il grande entusiasmo per lo storico evento, tanto atteso e per il quale più amministrazioni hanno investito risorse, non posso ancora una volta sottolineare il grande errore di miopia celato dietro allo spostamento del museo del carico della nave romana, che andrà a occupare il piano terra del nuovo contenitore museale.

Miopia dettata da esigenze di bilancio e di gestione, così si dice. Eppure tutti sanno che la buona politica culturale di certo non si fa con due lire.

Occupare tutti gli spazi con mostre permanenti equivale a togliere qualsiasi possibilità di organizzazione di eventi o mostre temporanee, togliendo così quella linfa vitale necessaria ai musei che hanno l’ambizione di essere vivi e con alte percentuali di ritorno dei visitatori.

Dopo gli exploit dei primi anni si potrebbe correre il rischio, infatti, di veder vanificare sforzi e impegni che durano da decenni, per la mancanza di un rinnovato appeal e per l’assenza di spazi liberi da riempire con nuove esposizioni, nuove scoperte e nuove sfide, che possono andare da collaborazioni con musei archeologici e non sparsi per il mondo, ai frutti di nuove campagne di scavo, nuove o vecchie barche, dalle più antiche alle più moderne, come la storica Riccardo I.

E non mi dica il Sindaco che l’idea della giunta è quella di un museo allargato, che coinvolge tutto il comparto Palazzo Bellini. Sa bene di essere poco credibile visto che c’è voluta una sommossa popolare per distoglierlo dall’idea di spostare i suoi uffici al piano nobile del palazzo, al posto della biblioteca.

Sono certa che sia chiaro a tutti il profilo medio del visitatore che frequenta i musei archeologici, che per letteratura non fanno grandi numeri; sono certa che questa Amministrazione conosca il profilo medio del visitatore dell’attuale museo archeologico dedicato al carico della nave romana. E sono certa che sia noto ai più che i musei di Comacchio non costituiscano “la motivazione al viaggio” ma bensì rappresentino una piacevole sosta o una gradita scoperta, durante il girovagare dei turisti che si recano a Comacchio per godere del suo bel centro storico e del patrimonio naturale, o per assaggiare l’anguilla e i prodotti locali.

Non è comprensibile la miopia che sta alla base dello sradicamento di un museo archeologico monotematico che ha come unica mancanza quella di essere carente di un racconto animato, di nuove tecnologie e di allestimenti di nuova concezione. Elementi che tuttavia potrebbero essere integrati.

E soprattutto non comprendo la miopia di nascondere uno dei nostri migliori vessilli dietro a un generico “Delta Antico”, perchè sappiamo bene che la maggioranza dei nostri abituali visitatori varcano la soglia dell’attuale museo archeologico quando, passando in via della Pescheria e leggendo il nome “Nave Romana”, la loro curiosità viene stuzzicata dal sorriso ammiccante di Alberto Angela che fa capolino tra le immagini televisive che ci rimbalzano nella memoria.

Spero che l’Amministrazione si renda conto della storicità che questo ritrovamento ha acquisito e mi auguro che sappia ricavare almeno lo spazio grafico e visivo per ricordare a quanti si recheranno a Comacchio che all’intero del nuovo e bellissimo contenitore museale è presente un carico strepitoso con reperti unici al mondo, ciò che resta della nave romana di Comacchio. Basterebbe un sottotitolo. Un secondo nome. O un soprannome… van tanto di moda a Comacchio! Questa è la nostra proposta. A giochi fatti, almeno un sottotitolo.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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