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“Qui il rapporto tra uomo e natura non può mai interrompersi” ha affermato l’architetto Moreno Po della Provincia di Ferrara nella sua breve e interessante lezione di storia del territorio. A Sant’Agostino continuano gli incontri con gli abitanti per ascoltare le loro idee (comunicate a voce o tramite postit), ma – come appunto in questo caso – anche per fornire loro informazioni. “I nostri sono terreni sabbiosi e argillosi perché questi erano i letti dei fiumi, come racconta gran parte della toponomastica dei nostri paesi (Dosso, Porotto, Borgo Scoline, Fondo Reno). – ha aggiunto Po – L’uomo ha scelto di consolidare la sua vita sui dossi di sabbia perché lo proteggevano dal rischio idraulico, ma si sono dimostrati più pericolosi in caso di terremoto. Questo deve dare adito ad un nuovo modo di costruire”.

Ecco il fotoracconto del processo partecipato per la ridestinazione della piazza di Sant’Agostino distrutta dal terremoto

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Foto di Davide Pedriali

Silvia Raimondi, operatrice del processo partecipato Less is More ha illustrato agli abitanti i risultati della ricerca condotta tra gli imprenditori di Sant’Agostino su come loro percepiscono la piazza.

Silvia Raimondi
Silvia Raimondi

“Vuota e soffocante al tempo stesso” ha detto Emilio Rossi, descrivendo esattamente una sensazione diffusa.

Non è una piazza vissuta e non è un punto di aggregazione hanno detto in molti. Il vuoto lasciato dal municipio abbattuto dopo il terremoto è schiacciante. Ma emerge anche la sensazione che la piazza avesse perso la sua funzione accentratrice già in precedenza e quindi la sua ridefinizione, ora, sia ancora più importante. Anche perché le potenzialità sono grandi.

“Datemi qualcosa da mostrare al mondo, perché il mondo passa di qui” ha detto Claudio Giberti di Petroncini Impianti che riceve spesso clienti internazionali che volentieri si fermerebbero in zona per visitarla, se però ci fossero strutture adeguate e percorsi storico naturalistici adeguati.

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Anche i bambini sono stati coinvolti nel processo partecipato.
Una bella mattina di sole, invece di chiudersi in classe a fare lezione le classi prima e terza della scuola media di Sant’Agostino, hanno percorso a piedi l’anello che dalla piazza abbraccia tutto il paese lambendo il Bosco della Panfilia, percorrendo l’argine dello scolmatore del Reno, fino a rientrare in corso Roma, e tornare al punto di partenza.
La missione era raccogliere oggetti che per loro rappresentassero il territorio.
“Ho preso questo sassolino del vecchio municipio, perché mi dispiace che non ci sia più. Ora questa piazza non è più un luogo familiare”, ci ha raccontato un bambino alla partenza del percorso accanto alle macerie del comune.
“Dovrebbero ricostruire un municipio uguale all’altro, nello stesso posto” dicono in tanti.
“Oppure potrebbero farci dei giardinetti per giocare”, suggerisce un bimbo. “No dovrebbero farci un supermercato” lo contraddice l’amico. “Noi invece vogliamo dei negozi di vestiti e di scarpe!”, dicono le loro compagne.
Anche i bimbi hanno detto la loro su quel che dovrebbe essere la nuova piazza.

La camminata è stata ripetuta di pomeriggio dagli adulti, ed è stato evidenziato come a volte la segnaletica sia carente. “Non ci sono cartelli adeguati che indichino il Bosco della Panfilia e i percorsi attorno. E i cartelli che ci sono sono sbiaditi” ha rilevato una partecipante.
Il percorso sull’argine e attorno al Bosco della Panfilia, soprattutto in primavera, è uno dei più belli che si possano fare in provincia e sicuramente meriterebbe di essere valorizzato.
Anche a questo si spera possa servire il processo partecipato.

Il prossimo appuntamento pubblico del processo partecipato sarà il 22 marzo con l’Open Space Technology, una discussione collettiva per un massimo di 60 partecipanti gestita con una tecnica innovativa che in un clima piacevole, permette in tempi relativamente brevi di produrre un instant report, un documento riassuntivo di tutte le proposte e i progetti elaborati dal gruppo, che oltre alla sua utilità pratica diviene testimonianza di un lavoro fatto e garante degli impegni presi.

Di seguito il programma della giornata.

CHE PIAZZA VORRESTI? 

CONDIVIDI LA TUA IDEA PER TRASFORMARE IL VUOTO NEL CENTRO DI DOSSO, SAN CARLO E SANT’AGOSTINO

SABATO 22 MARZO 2014 ore 10—16
OST/EVENTO PARTECIPATIVO
Biblioteca di Sant’Agostino (FE) – via statale 191


La partecipazione è aperta a tutti, ma per motivi organizzativi il numero massimo è di 60 partecipanti. Per questo motivo è necessario
iscriversi: compilando la cartolina di iscrizione (reperibile presso la sede del Comune, le edicole di Dosso e di Sant’Agostino e la Farmacia di San Carlo), telefonicamente (340 6483093) oppure scrivendo a lessismore.santagostino@gmail.com

La giornata include una pausa pranzo offerta dal progetto, a cura dell’associazione Tuttinsiemepersancarlo.

Il materiale prodotto durante la giornata costituirà le basi dei laboratori di progettazione previsti per il 5 e 12 aprile.

Per informazioni
U.R.P. COMUNE Sa
nt’Agostino 0532 844411 – www.comune.santagostino.fe.it

 

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Stefania Andreotti

Giornalista e videomaker, laureata in Tecnologia della comunicazione multimediale ed audiovisiva. Ha collaborato con quotidiani, riviste, siti web, tv, festival e centri di formazione. Innamorata della sua terra e curiosa del mondo, ama scoprire l’universale nel locale e il locale nell’universo. E’ una grande tifosa della Spal e delle parole che esistono solo in ferrarese, come ‘usta’, la sua preferita.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

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