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da: Partito Democratico Ferrara

Venerdì 11 aprile, dalle ore 18 alle ore 20, presso Palazzo della Racchetta, in via Vaspergolo a Ferrara, il PD comunale di Ferrara discute del ruolo strategico della cultura a Ferrara. L’evento organizzato si pone lo scopo di mettere a confronto l’amministrazione comunale (nelle persone del Vice Sindaco ed Assessore alla Cultura Massimo Maisto e del candidato Sindaco per le prossime elezioni amministrative Tiziano Tagliani), con alcuni importanti interlocutori del mondo culturale, ma più in generale con tutta la cittadinanza, in un’ottica di dibattito dialogante e partecipata.

L’iniziativa vuole far riflettere tutti coloro che interverranno sulla poliedricità delle politiche in campo culturale, da non vedersi solo come strumento per la conservazione del patrimonio storico-artistico o per la promozione del turismo, ma più in generale anche come un elemento strategico per lo sviluppo dell’imprenditoria nei settori legati al mondo della cultura e della creatività e per la crescita di un senso di identità condivisa fra i cittadini del nostro territorio.

L’incontro prevede un primo momento di presentazione di quanto è stato fatto in materia di cultura negli ultimi cinque anni e sarà curato dal Vice Sindaco Maisto. Seguiranno cinque interventi di interlocutori del mondo culturale, che intendono rappresentarne le diverse istanze. Per il mondo delle imprese vi saranno Matteo Fabbri, co-fondatore dell’impresa creativa Tryeco e Presidente di CNA giovani di Ferrara e Matteo Ludergnani, imprenditore alberghiero con l’azienda Gesthotel, impegnato anche in qualità di vice Presidente con il consorzio Visit Ferrara.
A rappresentare il mondo delle associazioni saranno presenti Andrea Malacarne, noto professionista del territorio e presidente della sezione ferrarese di Italia Nostra e Diego Farina, presidente dell’associazione Città della Cultura – Cultura della Città e dell’Ordine degli Architetti di Ferrara. Infine, come testimone dell’interesse del mondo della formazione universitaria, vi sarà Gianfranco Franz, professore associato presso il Dipartimento di Economia e Management di Unife.

Questi cinque interlocutori avranno cinque minuti ciascuno per porre dei suggerimenti, delle proposte o delle provocazioni sul ruolo che la cultura dovrà avere a Ferrara nel prossimo futuro. Con la stessa modalità anche tutti i partecipanti, presenti fra il pubblico dell’iniziativa, potranno rivolgere le proprie istanze, alle quali risponderà in primis Maisto, per poi lasciare la parola, per un momento conclusivo, a Tagliani.
L’incontro sarà moderato da Francesco Badia, docente di Economia delle Aziende Culturali presso Unife e responsabile Economia e Cultura della segreteria comunale del PD.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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