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da: ufficio stampa Partito Democratico Ferrara

Il decreto legge Sblocca Italia, approvato dalla Camera giovedì 23 ottobre, insieme a provvedimenti importanti dell’azione di Governo e del Parlamento, continua a contenere su energia, rifiuti e consumo di suolo, alcune scelte opposte e contrarie alla riduzione di impatti su ambiente e clima, pertanto visto che dalla prossima settimana il decreto sarà al Senato, è necessario che l’azione parlamentare continui il suo lavoro di miglioramento.
In particolare i due articoli del disegno di legge, 35 e 38, che sono riferiti alla gestione dei rifiuti e alla ricerca delle risorse energetiche quali petrolio e gas naturali, presentano rilevanti criticità in merito all’accentramento delle decisioni di carattere territoriale, nel senso che le scelte vengono assunte dai Ministeri senza il parere vincolante delle Regioni e degli Enti locali.

La Camera, sull’art 35, ha approvato migliorie rispetto al testo presentato dal Governo tuttavia il lavoro parlamentare dovrà ulteriormente impegnarsi in primo luogo in direzione di una reale diminuzione della produzione dei rifiuti; in secondo luogo per la incentivazione della raccolta differenziata e del riuso dei materiali, piuttosto che puntare sulla distruzione per incenerimento. Analogamente andrà rilanciato un approccio basato sulla pianificazione regionale, su un ruolo efficace della programmazione e su una corretta informazione e consultazione della cittadinanza (vedi l’esempio del RAB a Ferrara).
Se il nostro Paese vorrà veramente assumere un ruolo a livello Europeo, dovrà non solo rispettare le Direttive Europee, ma incentivare la raccolta differenziata dei Rifiuti Urbani, oggi solo al 41% di media nazionale mentre in Europa si registrano livelli del 60%. Risulta ovvia che se questo obiettivo fosse effettivamente perseguito anche in Italia non ci sarebbe la necessità di prevedere nuovi inceneritori mentre quelli esistenti risulterebbero sovradimensionati visto che gli stess,i essendo sistemi rigidi richiedono una portata fissa di rifiuti.
Il modello dell’auto-sufficienza provinciale, perseguito fino a ieri in Emilia-Romagna, ha creato un’ampia dotazione impiantistica per lo smaltimento, sia attraverso discariche che inceneritori, molti dei quali sono stati realizzati o aggiornati negli ultimi 10 anni, tanto che a livello regionale è in corso una radicale trasformazione che vede il passaggio dal modello dell’auto-sufficienza provinciale al bacino regionale, come peraltro indicato dal Piano Generale Regionale dei Rifiuti adottato quest’anno.

L’articolo 38, invece, interviene per la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e per le procedure di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, in maniera indistinta e senza alcuna pianificazione preventiva.
L’articolo in questione riporta in capo ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico il potere decisorio sulle autorizzazioni ambientali e vincola le concessioni in terra a generiche intese con le regioni interessate esautorando di fatto la pianificazione locale e regionale, riducendo i tempi di consultazione e di decisione sui territori. In particolare il nostro sistema territoriale ferrarese, soggetto a fenomeni di subsidenza conclamata e alla necessità di provvedere al sollevamento meccanico delle acque supèrficiali, potrebbe essere messo a dura prova.

Infatti la Pianura Ferrarese è un’area già interessata da fenomeni di subsidenza che generano e acuiscono criticità territoriali, quali allagamenti di aree recentemente bonificate; generano maggiore vulnerabilità nei confronti di fenomeni alluvionali, aumento dei costi di mantenimento delle aree bonificate, abbandono e ricostruzione di manufatti idraulici, danneggiamento di infrastrutture e riduzioni della capacità agricola delle aree coltivate.

Pertanto per le considerazioni suddette, il Partito Democratico Unione Comunale di Ferrara chiede in prima istanza la rimozione degli articoli citati dello Sblocca Italia o in via subordinata una profonda modifica al Senato degli articoli 35 e 38 nel senso di recuperare il coinvolgimento della cittadinanza e il potere decisionale degli Enti Locali e delle Regioni interessate.

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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